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Data: 09/03/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi malato «Una visita fiscale»

Ruby, il pm Boccassini voleva presentare le richieste di condanna ma l’ex premier si ricovera in ospedale. Tutto rinviato a lunedì

MILANO E' cominciata con la presentazione di un certificato medico per «uveite» consegnato al tribunale dai legali dell'imputato ed è finita con la richiesta di una visita fiscale spedita dalla procura l'udienza del processo Ruby che ieri avrebbe dovuto dare spazio alla requisitoria del pm e alle richieste di condanna per Silvio Berlusconi. Un'udienza infuocata con un durissimo scontro scontro tra il procuratore aggiunto Ilda Bocassini, assolutamente contraria a concedere il rinvio richiesto, e gli avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo, decisi invece a far valere le ragioni di salute che hanno impedito al Cavaliere - ricoverato nel corso della mattinata per accertamenti al day hospital del San Raffaele - di essere in aula. A far da arbitro il collegio della quarta sezione del tribunale di Milano che, dopo una lunga sospensione e più camere di consiglio, nel pomeriggio ha deciso di riconoscere il legittimo impedimento rinviando il processo a lunedì. Troppo poco secondo i difensori che già ieri paventavano la possibilità di nuove istanze (oltre a quella già presentata nel giudizio diritti Mediaset) per allungare i tempi. Non è la prima volta, nel corso del dibattimento sui festini ad Arcore, che il pm Ilda Boccassini se la prende con le «manovre dilatorie» della difesa Berlusconi. Lo ha fatto quando i legali dell'ex premier insistevano per sentire Ruby e si è perso più di un mese per ascoltare una teste (partita per vacanze all'estero) alla quale quale poi la stessa difesa ha rinunciato. E' tornata a farlo ieri, quando in apertura dell'udienza che doveva essere dedicata alla seconda e ultima parte della requisitoria (certamente la più spinosa e non solo perché la pena richiesta potrebbere essere significativa), ha di fatto messo in dubbio l'impedimento a comparire da parte del Cavaliere. Che nel frattempo - in corso d'opera - informava i suoi legali di un peggiormento di questa forma di congiuntivite che lo affligge da giorni e che lo aveva costretto a un improvviso ricovero al San Raffaele: per prudenza, visto un malore avuto nella notte, e per compiere controlli oculistici. Il collegio presieduto da Giulia Turri ha cosi sospeso i lavori in attesa di un certificato medico dalla clinica. Certificato - per complessivi sette giorni di malattia - in cui i sanitari hanno diagnosticato al paziente una «uveite bilaterale» trattenendolo, si legge nell'atto, «in attesa dell'effetto del collirio per valutare il fondo oculare e completare la visita». Il pm Boccassini non l'ha presa bene. Tanto da chiedere al Tribunale l'invio immediato di una visita fiscale per accertare la reale impossibilità dell'imputato a partecipare all'udienza. «Non è la prima volta che mi devo esprimere su un legittimo impedimento e vista la strategia tenuta in passato da Berlusconi, quanto rappresentato dai suoi legali con questi certificati medici non può rappresentare un impedimento assoluto», ha detto in aula. «Prendo atto che anche in questo caso non si capisce bene se sia stato ricoverato o meno. Comunque nel certificato si legge che gli viene somministrato un collirio già prescritto il 5 marzo 2013. Dunque nulla di nuovo», ha poi aggiunto. L'accusa ha anche ricordato che in tre giorni sono arrivati al suo uffico tre fax (datati 5, 6 e 7 marzo) con i quali Berlusconi - che in un primo momento si era appellato al legittimo impedimento per impegni politici ora cancellati - annunciava altrettante visite mediche per una fastidiosa fotofobia. «Un'escalation di certificati che sembra proprio fatta apposta per non celebrare l'udienza», ha ribadito Ilda Boccassini. «Qui prevale la logica del sospetto», è stata la replica dell'avvocato Longo. La decisione del tribunale - che dopo l'ennesima camera di consiglio ha accolto il legittimo impedimento non ha comunque soddisfatto l'onorevole Ghedini che avrebbe voluto vedere cancellata anche l'udienza di lunedì prossimo. «Siamo stupiti che non sia stato concesso un rinvio di una settimana. Ci vuole un po' di rispetto per chi sta male», ha detto lasciando il Tribunale e facendo notare che «sono inutili le manovre dilatorie in un processo che si prescriverà nel 2020».

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