Iscriviti OnLine
 

Pescara, 19/12/2025
Visitatore n. 750.341



Data: 09/03/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
L’Udc senza poltrone ora è un caso nazionale

PESCARA Abruzzo eletto a emblema del fallimento dell'Udc di Casini. Durante il consiglio nazionale del partito, al quale hanno preso parte oltre 200 delegati, sono state censurate le modalità di selezione dei candidati presentati nella regione. In molti, a partire dal vicesegretario nazionale Mario Tassone, hanno criticato le scelte verticistiche compiute in Abruzzo da Casini, che ha imposto in cima alla lista per la Camera il vicepresidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis. Una scelta unilaterale, effettuata senza consultare il territorio e contestata dagli esponenti regionali del partito. Anche il segretario nazionale Lorenzo Cesa ha fatto il mea culpa su quanto avvenuto. «De Matteis è stato catapultato da Roma, non è neanche iscritto al partito ed è tutt'ora capogruppo dell'Mpa in Regione - sottolinea Antonio Menna, numero uno dell'Udc all'Emiciclo e unico abruzzese presente al consiglio nazionale -. Veniamo dalla tradizione delle autonomie e questo modo di agire, dopo esserci battuti per il ritorno alle preferenze e per dare voce ai territori, ha disorientato gli elettori». Una lettura che da sola non basta per spiegare una debacle così eclatante: in Abruzzo, rispetto al 2008, l'Udc ha perso 36 mila voti, passando dal 5,8% all'1,7%. «Sono stati compiuti vari errori - ammette Menna - .Ad esempio aver presentato lo scudo crociato solo alla Camera può aver generato confusione e indirizzato i voti verso la lista di Monti». Ma il problema è soprattutto politico e chiama in causa direttamente Casini: «Finora ha fatto da padre padrone, ha scelto candidati, alleanze e linea politica e il fallimento è sotto gli occhi di tutti». Siamo ormai al divorzio: Casini ha disertato il consiglio nazionale e i delegati gli hanno riservato una pioggia di critiche. Il 27 aprile si terrà il congresso nazionale, per scegliere un nuovo segretario, una nuova classe dirigente e una nuova linea politica. Prima di quella data si svolgerà anche il congresso regionale, chiesto a gran voce in Abruzzo. «E' ora di rilanciare lo scudo crociato - rimarca il capogruppo Udc in Regione -. Occorre togliere il nome di Casini dal simbolo e tornare alle virtù democratiche, rispettose dei territori, proprie della vecchia Dc». Le amministrative e le regionali sono ormai alle porte. «Sceglieremo insieme programmi e alleanze - rimarca Menna - ma servirà una linea più chiara, non è possibile essere alleati del Pdl a Chieti e del Pd ad Ortona». E sulle regionali aggiunge: «Dialoghiamo con il centrosinistra, ma molto dipenderà dal candidato presidente e dai programmi».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it