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Pescara, 19/12/2025
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Data: 10/03/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«Il "No" al treno veloce è un danno al territorio» di Lucio Zazzara (*)

Nei giorni scorsi si è saputo che Trenitalia ha fatto sapere a Pescara e all'Abruzzo che l'Alta Velocità non arriverà: si fermerà ad Ancona. Il problema non sarebbe la qualità della linea -che sulla dorsale adriatica ormai si può considerare ottima-, ma l'insufficiente numero di viaggiatori che lo scalo pescarese potrebbe assicurare, visti i dati degli ultimi anni. Insomma, la dotazione di infrastrutture strategiche viene decisa con criteri puramente commerciali, senza considerare che "strategico" vuol dire proprio "determinante" per i destini di un determinato territorio. Resta quindi evidente che negare il treno veloce significa condannare un territorio all'esclusione dai circuiti dai circuiti della mobilità nazionale o almeno alla riduzione della sua appetibilità da parte delle grandi città di partenza, Milano in primo luogo. La questione non è di poco conto perché riguarda il destino dell'economia locale, a cominciare da quella legata al turismo. Proviamo a immaginare quale ulteriore impulso potrà portare il nuovo trasporto veloce nei territori della costa romagnola o marchigiana: andare da Milano a Rimini sarà facile e veloce come prendere la metropolitana e sicuramente diventerà normale farlo anche per una sola giornata di vacanza. Ma, a parte questo (che non è certo un tema secondario per l'Abruzzo, regione verde dell'Europa), dovrebbe essere chiaro che tutta la vita sociale ed economica riceverebbe un impulso importante, non solo per quanto riguarda la fascia costiera e l'area Pescarese, ma per l'intera regione. Naturalmente giocherebbe un ruolo determinante il sostanziale miglioramento (possibilissimo, come ammette la stessa Trenitalia) dei tempi di percorrenza della linea Pescara-Roma. Inevitabile rilevare che la recente inclusione dell'aeroporto d'Abruzzo tra i 31 ritenuti strategici per il territorio nazionale è stata anche la conseguenza di una visione di prospettiva, al futuro: nelle motivazioni si è anche detto che l'Abruzzo ha necessità di non essere tagliato fuori dai grandi sistemi. E allora risulta evidente che la questione dell'Alta Velocità deve rientrare in questo tipo di logica e che il tema è di grande portata politica e su di esso si deve misurare in primo luogo chi ha responsabilità nell'amministrazione del territorio. Dovrebbe farlo con la consapevolezza che il trasporto ferroviario, quello aereo e quello per mare sono interrelati e che lo sviluppo dell'uno oggi non si può concepire senza lo sviluppo degli altri; che il tutto appartiene al ruolo di nodo nevralgico che dovrebbe finalmente essere ritagliato per Pescara nell'intero scenario nazionale.

(*) docente di urbanistica alla D’Annunzio

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