PESCARA Quante donne siederanno nel prossimo Consiglio regionale nessuno lo sa. Soprattutto non è chiaro come raggiungeranno l'Emiciclo, perché sulla nuova legge elettorale che approderà in aula martedì non si riesce a trovare un accordo neanche all'interno degli stessi partiti. Per dirne una, nel Pd il consigliere regionale Marinella Sclocco ha presentato un emendamento per introdurre la doppia preferenza: chi vota un uomo o una donna può esprimere il voto anche per un altro candidato di segno opposto. Il capogruppo Camillo D'Alessandro è invece contrario a questa ipotesi: «Non mi piace perché può creare quello che in gergo viene definito l'effetto bicicletta. C'è il rischio che l'uomo più forte in termini di voti trascini la donna».
Insomma, qualcosa di già visto alle primarie del Pd per la scelta dei candidati per il Parlamento, dove lo stesso D'Alessandro non ne uscì benissimo. Il capogruppo propende quindi per un'altra soluzione: parità di trattamento nelle liste per uomini e donne. Insomma, 50 e 50 contro la riserva del 30% alle quote rose prevista oggi dalla legge elettorale. D'Alessandro ricorda inoltre alla compagna di partito «che in nessuna delle regioni governate da noi in questo momento, come Marche, Liguria, Toscana, Emilia, Molise è stata introdotta la doppia preferenza».
Intanto sotto traccia si starebbe discutendo addirittura di una terza via: la possibilità per l'elettore di esprimere non una, non due, ma ben tre preferenze, di cui almeno una per un candidato di sesso diverso dagli altri due.
TANTI DUBBI
Dubbi sulla riforma in atto che attanagliano anche il centrodestra per le stesse ragioni di cui sopra, mentre la presidente del Pd Abruzzo, Manola Di Pasquale, la portavoce del partito Francesca Ciafardini e la stessa Sclocco, si appellano all'unità delle donne in tutti i partiti. Lo fanno con un documento congiunto in cui si ricordano le disposizioni contenute nell'articolo 51 della Costituzione e della recente legge 215 del 2012, nonché gli standard internazionali che chiedono alla politica italiana di perseguire un risultato di civiltà: la presenza paritaria tra uomini e donne nelle cariche elettive, esecutive e dirigenziali pubbliche. Da qui l'appello alle donne di tutti i partiti di fare «fronte comune trasversale per ottenere qualche risposta su uno dei gangli più delicati della nostra società».