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Data: 10/03/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Berlusconi, visita fiscale in ospedale I giudici: no a legittimo impedimento

La decisione della Corte d'Appello dopo il referto del medico legale e dello specialista incaricati dal tribunale

Per i giudici della Corte d'Appello di Milano, l'infiammazione agli occhi di Silvio Berlusconi non costituisce «un legittimo impedimento assoluto alla partecipazione», e dunque il processo sui diritti tv può proseguire. La decisione è stata presa dopo il referto del medico legale e dello specialista di Oftalmologia, incaricati dal tribunale di effettuare la visita fiscale sul Cavaliere al San Raffaele. I medici hanno sottolineato che le «lamentate problematiche visive del paziente» - dolori all'occhio sinistro e fotofobia - tutt'al più possono «incidere sull'efficacia psicofisica dell'imputato».

LA RELAZIONE - L'oculista Pasquale Troiano e il medico legale Carlo Goj, nella relazione sull'esito dell'accertamento, letta in aula dal giudice Alessandra Galli, spiegano che l'uveite è una patologia non nuova per Berlusconi che avrebbe avuto a che fare con episodi simili «negli ultimi 5 anni». I medici parlano di «offuscamento visivo» e confermano che l'ex premier è sottoposto a terapia midriatica sei volte al giorno e antinfiammatoria una volta l'ora. Cure ritenute «adeguate» per le sue condizioni. I camici bianchi infine precisano che «non sussiste un impedimento assoluto alla partecipazione all'udienza» pur sottolineando però che «la fotofobia, le lamentate problematiche visive e la sintomatologia dolorosa possano influire sull'efficienza psicofisica del soggetto».

RINUNCIA ALL'ARRINGA - Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Berlusconi ha chiesto di sentire in aula i consulenti, ma i giudici hanno respinto la richiesta e hanno chiesto all'avvocato di pronunciare la sua arringa. In aperta polemica con le toghe, però, Ghedini e Longo hanno rinunciato all'arringa limitandosi a presentare una memoria difensiva, dopo aver sottolineato la volontà dei giudici di voler arrivare in tempi brevissimi alla sentenza. Per il legale «questo non è un modo di fare un processo super partes», e per questo «abbiamo rinunciato a discutere nel merito». In apertura d'udienza, Ghedini aveva comunicato che Berlusconi rimarrà ricoverato probabilmente fino a lunedì, e come già fatto venerdì per l'udienza del processo Ruby, aveva chiesto di sospendere l'udienza per legittimo impedimento. A quel punto il procuratore generale Laura Bertolè Viale, come già venerdì il procuratore Ilda Boccassini, aveva chiesto una visita fiscale nell'ospedale milanese per verificare lo stato di salute del paziente. «Non c'è alcun dubbio che Berlusconi è ricoverato - ha detto il pg - ma questo non rappresenta un'assoluta impossibilità a presenziare» e visto che in aula «non ci sono luci particolarmente forti» ha chiesto ai giudici che un medico di fiducia della Corte «vada al San Raffaele per accertare» che l'ex premier «sia davvero impossibilitato a venire in aula».

LA VISITA - Il collegio dei giudici della seconda corte d'appello di Milano, presieduto da Anna Galli, dopo circa tre quarti d'ora di camera di consiglio ha disposto che l'esperto in Oftalmologia Pasquale Troiano e il medico legale Carlo Goj facessero «con la massima urgenza» accertamenti per verificare lo stato di salute di Silvio Berlusconi. L'udienza è stata quindi sospesa. La visita fiscale è stata disposta per verificare se «il quadro clinico risulta incompatibile con la presenza dell'imputato in udienza».

IL PRIMARIO - Venerdì sera è arrivato da Parigi, dove si trovava per un congresso, il direttore della Clinica oculistica dell'ospedale di via Olgettina, Francesco Bandello, che ha visitato Berlusconi venerdì sera e di nuovo sabato mattina, dopo che il Cavaliere aveva passato una «notte tranquilla». «Confermo che il presidente Berlusconi è affetto da uveite bilaterale (SCHEDA) - ha detto il dottor Bandello dopo la visita fiscale -. Il quadro appare solo parzialmente migliorato rispetto al momento in cui ieri mattina è stato deciso di trattenerlo in ospedale. Permangono nell'occhio sinistro numerose aderenze tra iride cristalloide anteriore che, solo molto parzialmente, hanno ceduto con la terapia midriatica e antinfiammatoria topica e sistemica in corso». «A noi appare opportuno che resti ricoverato. Io lo tratterei almeno fino a domani. Una persona che deve discutere di cose così importanti e che veda in qualche modo alterate le sue condizioni psicofisiche, mi pare che non sia messa nelle condizioni di poter svolgere a pieno la sua funzione di imputato», ha concluso il primario.

ZANGRILLO - «Abbiamo vissuto questa vicenda anche con un po' di disagio, non siamo abituati elle giustificazioni sul nostro operato ma a cimentarci quotidianamente con i pazienti, prendendo decisioni e assumendoci responsabilità». Così Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa commentando la decisione della Corte d'Appello di disporre una visita fiscale a carico dell'ex premier. «Il disagio aumenta se pensiamo che siamo qui a discutere praticamente del nulla, di cose sacrosante, acclarate. Continuiamo, infatti, a ritenere il ricovero l'unica cosa corretta da proporre». Quindi spiega che le conclusioni dei medici» che hanno eseguito la visita fiscale «scaturiscano dall'analisi di dati obiettivi condivisi. Tutto quello che consegue appartiene a un piano che non siamo abituati a gestire e che non ci compete. Da medico che lavora da 30 anni fra terapie intensive e pronto soccorso posso dire che siamo abituati a trasportare qualsiasi tipo di paziente. È il nostro pane quotidiano. Anche un paziente in coma può andare ovunque. Lo prendi e lo porti in ambulanza o in aereo da qualsiasi parte. In questi termini l'impedimento assoluto in medicina è estremamente raro». L'avvocato Niccolò Ghedini si è invece detto indignato per la richiesta di una visita fiscale, definita «un provvedimento al di fuori di ogni logica».

ALTRO RICOVERO - Zangrillo ha anche rivelato che Berlusconi è stato già ricoverato per i problemi agli occhi. «Il giorno prima del comizio di Napoli, su consiglio di Francesco Bandello, primario di oftalmologia e oculistica del San Raffaele, Silvio Berlusconi era stato ricoverato alla clinica San Domenico di Roma, dove il professor Stirpe l'aveva obbligato a restare, perchè non se la sentiva di dimetterlo» ha svelato il medico personale del Cavaliere. Il primario di terapia intensiva del San Raffaele ha spiegato che Berlusconi quel giorno, dopo 10 ore di ricovero e contro la volontà dei medici, aveva firmato per uscire.

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