PESCARA «Nessun problema per il Bilancio di previsione dell’esercizio 2013». L’assessore regionale al Bilancio Carlo Masci, tranquillizza sull’impugnativa del Governo davanti alla Corte costituzionale. «La questione dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per 9 milioni di euro, su uno strumento economico complessivo di oltre 3 miliardi di euro, per la reiscrizione dei residui perenti si risolverà con una variazione di bilancio», spiega in una nota l’assessore, «come già comunicato dal presidente Chiodi al Governo stesso». «L’osservazione del Governo» aggiunge Masci «trae origine da una interpretazione restrittiva della sentenza 70/2012 della Corte Costituzionale riferita al Bilancio 2011 della Regione Campania. Ci saremmo preoccupati se il Governo ci avesse osservato la parte normativa che riduceva le tasse per 40 milioni di euro, ma così non è stato. L’Abruzzo » conclude l’assessore «rimane l’unica Regione ad aver ridotto le tasse». Sull’impugnativa di alcuni articoli della legge Finaziaria interrviene l’assessore Mauro Febbo: «Va sottolineato che i fondi messi a disposizione per la marineria pescarese non sono stati né impugnati né corrono il rischio di non avere la copertura finanziaria. I 300.000 mila euro, invece, osservati dal Governo riguardano gli indennizzi diretti agli operatori commerciali che lavorano presso o per la marineria ed il Porto di Pescara». Critico il vicepresidente Pd del Consiglio regionale Giovanni D’Amico: «Chiodi il risanatore e la sua maggioranza di centrodestra sono ripartiti con le famose “leggi omnibus” di antica memoria, distraendo persino i fondi dal servizio sanitario regionale. Questa in sostanza è la censura del governo alla legge finanziaria per il 2013. Il governo di fatto chiarisce che in presenza di un pareggio “presunto” dei conti della sanità, la Giunta Regionale ha distratto fondi per finanziare senza copertura altre iniziative. Oggi Chiodi, dopo aver desertificato lo sviluppo dell’Abruzzo con un presunto rigore contabile di stile ultramerkeliano, senza alcuna generazione di risparmio e di risorse orientabili allo sviluppo, sta lasciando briglia sciolta al “partito della spesa” della sua maggioranza in Consiglio, con misure estemporanee e clientelari, prive di copertura finanziaria, o con copertura derivata dagli avanzi “presunti” del servizio sanitario».