ROMA Il rito si compie tutti i giorni e all’incirca alla stessa ora. Grillo o chi per lui è costretto a battere i pugni sul blog, a ripetere che «non ci sarà nessuna fiducia, a nessun governo». Questa volta lo ha fatto l’ex comico in persona, rivolgendosi a tutti e indirettamente ai suoi riuniti in conclave in un albergo romano. «Se ci fosse un voto di fiducia dei gruppi M5S - ha tuonato - mi ritirerei dalla politica». Più o meno lo stesso concetto ma con parole diverse aveva espresso ieri il cofondatore Gianroberto Casaleggio. La linea dunque non cambia.
Che i leaders si siano esposti in prima persona per ripetere due volte in 24 ore lo stesso principio è però un dettaglio non da poco. Sia Grillo che Casaleggio non sono più tanto sicuri sulla tenuta della pattuglia grillina. Tanto più che proprio ieri si è verificato il primo incidente di percorso. Alla domanda se fosse in discussione la proposta di lanciare un referedum sulla Rete, Ivan Catalano, giovane neodeputato eletto in Lombardia, non lo ha escluso. O meglio ha ammesso che il tormentone - se dare o non dare la fiducia a un governo a guida Pd - è ben presente tra i 5Stelle. E che sulla questione «il moVimento è in fermento da giorni». Bastava dare una sbirciatina ai forum sparsi nel web per rendersene conto. Ma che lo abbia ammesso un grillino in procinto di sedersi a Montecitorio è tutta un’altra storia. E anche per questo Catalano è stato fermato dal suo staff («questa non è una conferenza stampa») prima che potesse aggiungere altro e ha lasciato il Parco dei Pini, all’Eur, a metà pomeriggio quasi di soppiatto.
SECONDO APPELLO
Nessuno lo conferma. Sembra assodato però che all’interno dei 5Stelle si stia facendo strada una proposta di minoranza per accogliere l’appello lanciato da un gruppo di intellettuali - ieri il secondo, firmato, tra gli altri, da Benigni, Saviano, Michele Serra e Jovanotti - per arrivare a un accordo con il Pd. Ma Roberta Lombardi e Vito Crimi i due portavoce continuano a smentirlo. «Non c’è stata una voce per proporre la questione - precisa la Lombardi. E per liquidare in modo definitivo l’argomento aggiunge che «la questione è stata già chiarita in campagna elettorale». Riguardo alla telefonata ricevuta dal Pd per trovare un accordo sul presidente della Camera, Crimi in conferenza stampa chiarisce che «si è trattato solo di una comunicazione istituzionale». Ma cosa direte al presidente Napolitano? «Che non è importante il nome del premier ma i 20 punti del nostro programma». La convention di ieri, ha detto ancora Crimi, è stata «solo di una riunione organizzativa». Si è parlato dei portaborse e delle indennità parlamentari. C’è chi ha contestato, soppesando bene le parole, l’entità dei tagli, ricordando che «in Sicilia ci siamo tolti troppo». Annullato infine il «corteo» di deputati e cittadini dal Colosseo al Parlamento. Stefano Vignaroli ha ritirato la proposta. Chi vorrà potrà accompagnare i deputati in bici.