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Data: 11/03/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Soldi ai partiti, duello con Renzi Il Pd duro: si legga gli otto punti

ROMA Matteo Renzi insiste nel suo no al finanziamento pubblico dei partiti: che sia almeno inserito - ha chiesto - tra gli otto punti l programmatici di Bersani. La replica al sindaco di Firenze arriva con una gelida nota del Pd in cui si rileva - in riferimento alla brevità della presenza di Renzi all’ultima Direzione - che «chi ha seguito i lavori della direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all’unanimità». La nota afferma poi l’intenzione di «rivedere il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna».
Il primo cittadino di Firenze ieri non è ridisceso sul terreno delle polemiche, ma lo hanno fatto diversi parlamentari a lui vicini, criticando in particolare Stefano Fassina che in un’intervista ha accusato Renzi di cavalcare l’antipolitica e di ridicolizzare il Pd. Il neodeputato Ernesto Carbone rinfaccia al responsabile economia dei democrat di «non riuscire a guarire dall’ossessione per Renzi», mentre sull’abolizione del finanziamento ai partiti sostiene essere «una proposta tutt’altro che demagogica, ma semplicemente quello che vuole la gente». Sullo stesso tema, la renziana Simona Bonafè rintuzza l’accusa di Fassina di andare a rimorchio di Grillo, facendo rilevare che sul taglio dei fondi pubblici alla politica Renzi ha anticipato il leader di M5S. La Bonafè sostiene poi che, nel caso Bersani fallisca, si andrà al voto, preceduto da nuove primarie che vedranno tornare in campo Renzi.
ABOLIRE IL FINANZIAMENTO
Ma la risposta più tagliente al vertice democrat viene dal prodiano Arturo Parisi, che nelle primarie ha appoggiato la corsa del sindaco: «Ha ragione la segreteria del Pd - osserva l’ex ministro della Difesa - a dire che del tema del finanziamento dei partiti ha già parlato Bersani. Ma in discussione oggi non è il ”tema“ del finanziamento ma il ”problema“ della sua abolizione. E su questo la dirigenza del partito non ha mai lasciato alcun dubbio, essendo assolutamente contraria alla sua eliminazione». Parisi conclude che «non c’è niente che produca più rabbia tra i cittadini di chi insegue parole d’ordine che non si condividono per poi deluderle in modo plateale».
E’ probabile che la questione dei costi della politica entri tra gli argomenti in discussione nella prima riunione che i 480 deputati e senatori del Pd eletti il 24 e 25 febbraio avranno oggi con Pier Luigi Bersani. Nel corso del quale il segretario illustrerà la strategia di ”aggancio“ dei 5Stelle sul terreno dei suoi otto punti programmatici. Un obiettivo, questo, che viene condiviso da Susanna Camusso, perché «il Paese ha bisogno di risposte. Penso - afferma la leader della Cgil - che il voto, oltre aver detto no a un ”governissimo“, abbia indicato i due partiti con il maggior numero di voti, da cui partire rispettando la volontà degli elettori». In questo senso ci si sta già muovendo al Nazareno. Maurizio Migliavacca , braccio destro di Bersani , ha chiesto un confronto al grillino Vito Crimi sulle presidenze delle Camere, una delle quali potrebbe, secondo il Pd, andare a un esponente del 5Stelle

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