I pm: «Sbaglia, la sequenza di soldi e mele è del novembre 2007». I periti saranno messi a confronto
PESCARA Vincenzo Angelini cacciato dall’aula, l’avvocato di Del Turco Gian Domenico Caiazza che, per il nervosismo, lascia il suo posto e va a sedersi tra il pubblico, accuse di aver «barato» e «Caiazzate». E’ un’arena l’aula del processo sanità nel giorno del debutto dei testimoni della difesa dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco: «E’ cruciale che risponda, è cruciale accertare i fatti», ha sottolineato spesso l’avvocato di Del Turco – ieri assente – nel porre le domande al suo testimone di punta, il consulente tecnico informatico. A quasi due anni di distanza da un’udienza clou della procura, quella con protagonisti il consulente dei pm e l’autista di Angelini per sostenere che Del Turco aveva ricevuto a Collelongo una presunta tangente da 200 mila euro da Angelini, ieri la difesa dell’ex presidente ha buttato le sue carte in tavola: «L’analisi scientifica e induttiva delle foto della presunta tangente del 2 novembre 2007», ha detto il consulente tecnico informatico della difesa Giacomo Gloria, «dice che le foto non sono state scattate in quella data ma in un periodo precedente: tra giugno e novembre 2006». Una datazione antecedente che, per la difesa dell’ex presidente, scardinerebbe l’accusa, un’analisi che Gloria ha sostenuto per ore in un clima così teso che ha costretto il presidente del collegio Carmelo De Santis a prendere provvedimenti. «Questa udienza è uno sputtanamento organizzato contro di me. Quelle di Caiazza sono Caiazzate», si è inferocito Angelini e De Santis l’ha cacciato dall’aula. In aula torna il proiettore: foto di soldi e mele. Soldi fotografati, tagli da 500, soldi messi in una busta e fotografati, foto poco nitide, quasi buie, e infine le mele: la sequenza della presunta tangente madre, quella che per i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli proverebbe che Del Turco ha ricevuto una presunta tangente da Angelini uscendo, poi, con una busta di mele, è stata vivisezionata dalla difesa, con riferimenti a memory card e ai dati oggettivi, «i metadati che raccontano l’orario e la data di una foto», come ha illustrato Gloria precisando fin dall’inizio: «Le foto sono 132 e c’è la certezza della progressione numerica, della loro sequenza temporale». Gloria, che lavora come consulente economico finanziario informatico per Unicredit e come consulente per varie procure, ha analizzato tutto il contenuto della macchinetta in cui le foto chiave sono state scattate dall’autista di Angelini: foto di soldi e, poi, anche di auto tra cui una Ferrari e di terreni. «Alcuni gruppi di foto come quello dalla 96 alla 132 hanno i metadati», ha detto il perito, «altri no». «Non sono del 2007». La sequenza chiave del processo – soldi e mele – è databile 2 novembre 2007?, ha chiesto Caiazza al testimone. E lui: «Non è possibile dal punto di vista informatico stabilire la data certa ma partendo dall’immagine, in questa sequenza come in altre, ho fatto un lavoro induttivo». Nel caso della Ferrari fotografata, ha spiegato, il consulente ha fatto riferimento al contratto di leasing, al passaggio a Villa Pini ed è riuscito, quindi, a datarla. Lo stesso percorso seguito per le foto più importanti che, come riferì all’epoca il consulente della procura Aurelio Cilli, incastrerebbero Del Turco mentre per la difesa, come ha detto Gloria ieri, lo scagionerebbero. I margini temporali entro cui inserire quella sequenza di soldi e mele partono dalle foto in cui, secondo il consulente, è possibile individuare una datazione. «E’ la foto numero 48 il primo riferimento perché ritrae una segretaria di Angelini che legge il Centro del 16 giugno 2006. Quindi, questa data dice con certezza che la foto non è stata fatta prima del 16 giugno 2006. Dalla foto numero 46 alla 69», ha proseguito il perito, «non ci sono elementi utili alla datazione, poi si arriva alle mele, ovvero la foto numero 95 e quindi dalle 96 alla 132 sono immagini che ritraggono terreni, smottamenti». Ma è proprio da queste foto brulle che, per il consulente, si ricaverebbe l’altro margine temporale, che collocherebbe quindi le immagini entro il novembre 2006. Perché? «La foto numero 126 è relativa ad alcuni lavori vicino a un magazzino a Villa Pini compiuti dalla ditta Emoter. In base alle fatture, in base al sequestro e al dissequestro del depuratore e al lavoro di gabbionatura, la foto si può datare novembre 2006. Per questo», ha tirato le somme Gloria, «le foto delle “mazzette” non sono compatibili con la data del 2 novembre 2007, ma devono essere collocate tra il giugno 2006 (giornale) e il novembre 2006 (lavori)». Scontro tra date. Sfumerebbe, così, per la difesa quell’accusa di una presunta tangente, una tesi che Di Florio è tornato a ribadire chiedendo al testimone: «C’è una data certa, è quella del 5 novembre 2007. L’ha trovata?». «No», ha replicato Gloria, «perché non è certa». Si profila al processo sanità uno scontro tra perizie, quella di Gloria contro quella del perito Cilli per cui le foto, invece, sono compatibili con la datazione di quella presunta tangente. Uno scontro tra date – foto del 2006? del 2007? – che ha tenuto banco a lungo e sui cui, in un clima in cui a un tratto gli avvocati hanno tirato fuori altre foto di quei lavori, con Angelini che invece guardava le sue scattate domenica, è intervenuto De Santis: «Il consulente Gloria tornerà il 6 maggio con Cilli. Non escludo un confronto tra i due per capire chi si avvicina di più alla verità».