PESCARA La procura chiude l’inchiesta sulle spese per il titolo sportivo Pescara 2012, lascia iscritto sul registro degli indagati il sindaco Luigi Albore Mascia e contesta al primo cittadino un reato in più: l’accusa di falso accanto a quella di abuso. Il sindaco è indagato nell’inchiesta del pm Anna Rita Mantini nella veste di presidente del comitato promotore di Pescara 2012, il riconoscimento sportivo che portò Mascia a volare a Bruxelles il 30 novembre 2011 per ricevere la bandiera di Città europea dello sport. Per arrivare a quel titolo il Comune ha sostenuto una serie di spese, tra verifiche della commissione dello stato degli impianti sportivi, tra consulenze e attività di comunicazione spendendo la cifra di 118.295 euro. Quelle spese, che all’epoca alimentarono un lungo dibattito politico, sono state passate al setaccio dagli agenti della Squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana che dopo aver constatato la regolarità di moltissime voci si sono soffermati su una consulenza sospetta da oltre 30 mila euro. E’ un contratto di collaborazione a progetto affidato a Barbara Briolini (non indagata, ndr) ad aver fatto scattare l’inchiesta – sostenuta da alcuni esposti – secondo cui, per l’accusa, quella consulenza doveva essere assegnata tramite una procedura di evidenza pubblica e non in maniera diretta. E’ per questo che il sindaco è finito coinvolto nella sua prima inchiesta per cui il pm ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini. Da questo momento Mascia, difeso dagli avvocati Vincenzo Di Girolamo e Augusto La Morgia, avrà 20 giorni di tempo per produrre atti difensivi e chiedere di essere interrogato. La consulenza sospetta. Secondo l’accusa il presidente del comitato promotore Pescara 2012 deve rispondere di abuso d’ufficio perché nel 2010, nell’anno in cui il contratto è stato stipulato, il decreto legislativo fissava a 20 mila euro la soglia per procedere a un affidamento diretto di cui avrebbe usufruito Briolini. Se per l’accusa, quindi, quella consulenza doveva essere assegnata con una gara d’appalto perché di un importo superiore ai 20 mila euro, per la difesa di Mascia – come ha sempre sostenuto anche durante il suo interrogatorio – quella consulenza non era soggetta a un tetto e quindi poteva essere assegnata senza gara. Il pm aggiunge il falso. E’ stato il sindaco Mascia, sempre nella sua veste di presidente del comitato promotore, a proporre il nome di Briolini agli altri appartenenti al comitato di Pescara 2012 e, per la procura, li avrebbe «indotti al falso» perché il sindaco avrebbe proposto il nome di Briolini nell’agosto 2010, un periodo posteriore, dice ancora l’accusa, al contratto e all’incarico che sarebbe stato svolto dalla professionista. E’ per questo che il pm ha deciso di chiudere l’inchiesta con il reato di abuso e anche di falso: un’altra accusa da cui il sindaco dovrà difendersi in questo mese. Com’è nata l’inchiesta. Sono stati due esposti dei consiglieri Massimiliano Pignoli di Fli e di Adelchi Sulpizio dell’Idv a dare il via all’inchiesta sulle spese. Per il titolo sono stati versati 227 mila euro di cui 118 mila euro dal Comune, 10 mila dalla Provincia, 30 mila dalla Camera di commercio e 77 mila dal Coni sotto forma di servizi. Quelle cifre, di gran lunga superiori a Firenze che per il titolo spese 1.900 euro, hanno alimentato un clima di polemiche, la richiesta di accesso agli atti e, infine, convinto i consiglieri a rivolgersi in procura.