Si chiude l'inchiesta sul sindaco di Pescara Luigi Arbore Mascia che rischia il processo per abuso d’ufficio e falso. Sono i due reati contestati dal Pm Anna Rita Mantini nell’avviso di conclusione delle indagini, il passaggio che precede la richiesta di rinvio a giudizio. L’inchiesta ruota attorno al contratto di consulenza da 30 mila euro che Mascia, in qualità di presidente del Comitato promotore di Pescara città europea dello sport 2012, sottoscrisse in favore della commercialista Barbara Briolini, esperta in quello specifico settore anche per aver lavorato per i Giochi del Mediterraneo 2009.
Due sono gli aspetti rilevanti sul piano penale. L’abuso è relativo alla mancata gara per un contratto superiore ai 20 mila euro, il limite previsto dalla legge alla piena discrezionalità amministrativa. Nel suo primo interrogatorio davanti al Pm il sindaco Mascia non ha scaricato le sue responsabilità su altri ed ha sostenuto che decise in tal senso per due ordini di motivi: la indiscussa idoneità della consulente e soprattutto l’urgenza che imponeva una decisione rapida per non perdere la possibilità di acquisire il titolo di città dello sport. Motivazioni ritenute evidentemente insufficienti, visto che comunque il magistrato ha deciso di non archiviare. Il secondo punto, forse quello più delicato, si lega all’ipotesi di falso che non è poca cosa per un pubblico amministratore. L’incarico ufficiale alla Briolini venne disposto dal Comitato tre mesi dopo il suo insediamento, nella seduta del 5 agosto 2010. Il problema è che Mascia, il 26 maggio dello stesso anno, giorno di insediamento dell’organismo, sottoscrisse come primo atto il contratto con la Briolini: come faceva il sindaco a sapere che tre mesi più tardi il Comitato avrebbe dato l’ok a quella consulenza? Non solo, ma sembra che di quella scrittura privata non venne messo a conoscenza nessuno del Comitato e da qui il perché del coinvolgimento del solo Mascia nella vicenda giudiziaria.
La procura, peraltro, sentì una seconda volta il sindaco in relazione al fatto che una ditta, la Oiko, presentò a suo tempo una proposta che sembrava essere più vantaggiosa, ma che venne scartata o comunque non presa in considerazione. Gli inquirenti, nella fase istruttoria, ascoltarono sia il rappresentante di questa società, Alfano, ma anche altri testimoni come il dirigente comunale Tommaso Vespasiano, l’assessore allo sport Nicola Ricotta, il direttore generale del Comune, Stefano Ilari, e la segretaria del Comitato Antonella Panzone, nonché il presidente della Provincia, Guerino Testa, che del Comitato era vice presidente. Adesso il sindaco avrà venti giorni di tempo per presentare eventuali istanze al Pm o chiedere un nuovo interrogatorio, poi si passerà eventualmente alla firma della richiesta di processo per il primo cittadino di Pescara.