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Data: 13/03/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Vertice Pd-5 Stelle sulle alte cariche Oggi i nomi grillini. Il leader di M5S: «Non facciamo alleanze con nessuno» I suoi chiedono una rappresentanza adeguata al voto

ROMA «Se ancora non fosse chiaro, non facciamo alleanze con nessun partito». Il tweet a fine giornata di Beppe Grillo è l'ennesima chiusura al PD che però non demorde. Ieri i primi incontri almeno per stabilire un filo di dialogo e mettere a punto un metodo sulle cariche istituzionali. «Avremo dei candidati per la presidenza di Camera e Senato all'altezza di specchiata moralità e profili di trasparenza etica». Il Movimento 5 Stelle continua a rifiutare tutto ciò che abbia anche lontanamente il sapore di accordo con il Pd, senza dimenticare di rilevare l'indicazione degli elettori: «Alla Camera siamo la prima forza» dice la capogruppo Roberta Lombardi, come partito che ha preso più voti anche se non la maggioranza dei seggi. Le vicepresidenze delle due Camere e due incarichi di questori sembrano a portata di mano ma per il M5S anche la prospettiva di guidare Montecitorio dallo scranno più alto non sembra impossibile. Democratici e grillini si annusano e già dai prossimi giorni si capirà meglio se la semina fatta ieri nel primo incontro ufficiale tra le due delegazioni, metterà i germogli. «Abbiamo iniziato a portare il nostro metodo trasparente e partecipato per far funzionare il Parlamento», ha detto la capogruppo in un video diffuso al termine dell'incontro al quale hanno partecipato una quindicina di deputati e senatori a 5 Stelle. Non chiedono ma non dicono no e anche i pontieri del Pd fanno capire che un canale di comunicazione, almeno sulle cariche istituzionali, si è aperto. «Abbiamo condiviso la necessità di mettere in moto la macchina della democrazia parlamentare e di avviare con metodo nuovo un percorso che ci auguriamo anche lungo» ha riferito Luigi Zanda. Nessuna trattativa, un «rapporto trasparente e aperto» e per tenere alla lontana ogni dubbio su patti segreti, si è scelto di evitare il comunicato congiunto. Oggi con molta probabilità saranno ufficializzati dal M5S i nomi per le massime cariche di Palazzo Madama e Montecitorio. Non sarà difficile capire se si tratta di candidati di bandiera o se la scelta porterà a far crescere le possibilità di un governo a guida Pd con un appoggio anche esterno. «Nessuna alleanza» è il mantra del M5S ma Bersani non molla il pressing e replica ad Adriano Celentano, supporter vip di Grillo, che dalle colonne di Repubblica lo aveva inviato a sottoscrivere parte del programma del Movimento. Né A né B, una sorta di piano zeta per le riforme che conquisterebbe i riottosi. Il segretario del Pd non vuole lasciare nulla d'intentato e prende carta e penna. «Caro Adriano, con il M5S ci sono molti punti in comune a cominciare da quelli ambientali, non lontani dai nostri. Ecco la mia idea: avviare la legislatura con un programma essenziale di cambiamento da rivolgere a un Parlamento davvero nuovo». Bersani dice che questo spazio di cambiamento può essere ancora più ampio «se nessuno mette davanti all'altro qualcosa di inaccettabile». Il premier in pectore si gioca tutto, consapevole che se dovesse fallire l'unico accordo possibile, per lui non ci saranno altri colpi in canna. A pochi giorni dalle consultazioni e dalla prima convocazione delle Camere, il Pd più che a Grillo cerca di rivolgersi ai nuovi parlamentari. L'opportunità messa sul piatto è di un governo come occasione di cambiamento, in alternativa al buio di uno stallo che sembra assegnare altissime probabilità a un ritorno alle urne che per tutti, M5S compreso, rappresenta un'incognita.

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