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13/03/2013
La Repubblica
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Pd, Renzi insiste: "Abolire il finanziamento".
Bersani: "Da rivedere, ma serve anche altro" |
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Precisazione del sindaco di Firenze dopo le crescenti tensioni all'interno del partito, ma il segretario resta fermo sulla sua posizione: "Ok a modifiche, ma non possono fare politica solo i milionari"
ROMA - Davanti al crescente fermento interno al Partito democratico, Matteo Renzi cerca di gettare acqua sul fuoco. "Le polemiche interne al Pd non hanno senso. Almeno, non adesso", scrive sul suo profilo Facebook. "Che io abbia proposto l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti - aggiunge - non è una notizia: è proposta che abbiamo lanciato dalle primarie e dalla Leopolda. Non so se abolire il finanziamento serva a far pace con Grillo; sicuramente serve a far pace con gli italiani che hanno votato un referendum e che anche alle elezioni ci hanno dato un segnale".
Le ultime uscite del sindaco di Firenze, in particolare l'intervista a 'Che tempo che fa', avevano messo in allarme lo stato maggiore del partito, tanto da far pensare ad un'azione di "disturbo" in vista di un rapido ritorno alle urne. "Nessuno vuole "sabotare" il tentativo di Bersani - sostiene Renzi - anzi. L'Italia ha bisogno di un governo, prima possibile. Perché l'emergenza non è sapere chi farà il ministro, ma affrontare la situazione economica e la crisi occupazionale. Paradossalmente se Bersani accettasse di abolire il finanziamento ai partiti forse avrebbe qualche chance in più - non in meno - di farcela. Decida lui, comunque: a me non sta a cuore la discussione di corrente, ma sta a cuore l'Italia".
A Renzi Bersani ha replicato attraverso un'intervista al Tg2. "Noi siamo prontissimi a fare una nostra proposta sulla rivisitazione del finanziamento pubblico, ma non siamo dell'idea che la politica vada fatta solo dai miliardari", ha ribadito. "Siamo dell'idea - ha aggiunto - che la politica si apra a piccoli finanziamenti privati, ma non basta: serve una norma sulla trasparenza della vita interna dei partiti".
A rendere incandescenti i rapporti tar i due ex sfidanti alle primarie c'è poi il dossier sulle spese e gli stipendi del partito che il sindaco di Firenze avrebbe fatto compilare ai suoi collaboratori. Il documento viene pubblicato oggi dal sito di gossip Dagospia, ma ha subito scatenato le ire del tesoriere Antonio Misiani, che ha annunciato iniziative legali sia in sede civile che penale. "Più che un dossier, siamo di fronte ad una patacca che contiene una quantità di informazioni errate e di cifre campate per aria", ha smentito Misiani.
Il segretario nell'intervista al Tg2 è poi tornato ad insistere sulla strategia del confronto sul programma di governo in 8 punti. "Il sentiero certo che è stretto, ma le altre non sono autostrade. Non faccio scambi di poltrone, dico che questa è una proposta per cambiare, ora si può, se non lo si vuole lo si dica davanti al Paese", ha affermato Bersani.
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