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Data: 13/03/2013
Testata giornalistica: Rassegna.it
Pd: «Salario minimo per chi è fuori dai contratti»

Ecco il documento con le proposte dei democratici sul lavoro. Precariato e partite Iva devono essere meno convenienti di un contratto stabile. La questione esodati "va compiutamente risolta". Sgravi fiscali per le madri con figli piccoli

Precari, partite Iva, esodati, donne, salario (o compenso) minimo per chi è escluso dai contratti nazionali. Ecco le proposte del Pd sul lavoro, scritte nero su bianco in un documento nel quale si spiegano i dettagli di uno degli otto punti approvati dalla direzione nazionale dopo le elezioni. "Per contrastare la precarietà e promuovere la stabilità - si legge all'inizio del testo - bisogna eliminare i vantaggi di costo dei contratti precari", è "la strada opposta a quella della legge Fornero".

Ne consegue che "un'ora di lavoro stabile dovrà essere più conveniente rispetto a un'ora di lavoro precario". Per questo il Pd punta a un graduale allineamento dei contributi verso "un livello intermedio tra quanto versato per i contratti di lavoro dipendente e quanto versato per i contatti a progetto e per le partite Iva iscritte alla gestione separata". Sugli esodati c'è una sola cosa da fare: è un "problema drammatico" che va "compiutamente risolto". Un altro passaggio è dedicato all'occupazione femminile, a cominciare dalla detrazione fiscale per il reddito da lavoro delle mamme con figli piccoli.

Ufficializzata la proposta di istituire un salario o compenso minimo per chi non rientra nei ccnl. "Sulla base di quanto previsto per le collaborazioni a progetto nella legge Fornero - recita il documento - occorre introdurre un salario o compenso minimo, determinato in riferimento agli accordi tra le parti sociali, per i lavoratori e le lavoratrici escluse dai contratti collettivi nazionali di lavoro". Nel campo dei diritti di cittadinanza, i democratici vorrebbero introdurre nel tempo una base comune per tutte le forme di lavoro, comprese le ditte individuali, in materia di garanzia del reddito, malattia, infortuni, riposo e maternità.

Si chiede poi di attuare la delega prevista nella legge Fornero per le politiche attive, e di riformare gli strumenti di "governance" del mercato del lavoro, valorizzando e potenziando i servizi per l’impiego. E anche una maggiore integrazione delle politiche sociali e del lavoro con la formazione, "per favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti in difficoltà".

Fin qui il documento ufficiale. Ma tra i punti per "un governo del cambiamento", il segretario Pier Luigi Bersani ne ha ricordati altri in un'intervista al Tg2: esenzione dell'Imu per l'80 per cento delle prime case, investimenti straordinari per le infrastrutture, restituzione dei crediti della pubblica amministrazione alle imprese. "Vogliamo mettere lo sguardo sulle urgenze del Paese dal lato della moralità pubblica e del lavoro", ha precisato, aggiungendo che "bisogna dare liquidità alle piccole imprese" e dunque "restituire loro i crediti che hanno con la Pa".

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