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Data: 14/03/2013
Testata giornalistica: La Nazione
Una sola azienda in Liguria? I Cobas bocciano il bacino unico regionale «Genova è sempre stata matrigna» «Meglio unirsi, saremo più forti»

LA RIFORMA sul trasporto pubblico, in fase di evoluzione a livello regionale, suscita dubbi e sospetti negli spezzini. Sentiamo Elena Tesone, pendolare. Ieri mattina, la donna, in attesa del bus alla fermata di via Chiodo, ha commentato così: «Temo che un'organizzazione diversa da quella attuale possa creare problemi organizzativi. Le esigenze dei viaggiatori del comune e della provincia passeranno in secondo piano rispetto a quelle genovesi». Ma la preoccupa anche un'altra riorganizzazione: quella del servizio bus navetta in città. «Abbiamo letto cartelli che presto le corse non saranno più gratuite - afferma -, ma non è chiaro se il ticket farà riferimento alla singola auto oppure al numero dei viaggiatori. In quest'ultimo caso purtroppo converrebbe posteggiare il veicolo in centro». Anche il passeggero Enzo Sarti è favorevole alla gestione spezzina del trasporto pubblico. «Non si può cambiare l'organizzazione consolidata dell'Atc - osserva -. Penso ad eventuali reclami e pratiche amministrative che gli spezzini dovranno magari svolgere facendo capo a Genova». Ok all'Atc, alla quale consiglia «il taglio di alcune corse serali verso paesi» e lamenta «una maggiore pulizie sulle corriere». Sul fronte del personale Atc, i sindacati vivono un momento di fibrillazione. Gli autisti chiedono certezze per il futuro. Deborah Cappelli afferma: «Con i tempi che corrono pensiamo a salvaguardare il nostro posto di lavoro. Svolgo un mestiere che mi piace e non vorrei un giorno trovarmi in difficoltà. Aspettiamo di conoscere nel dettaglio la nuova legge». Nicola Florian aggiunge: «Il bacino unico regionale può dare forza contrattuale all'azienda di trasporto e quindi di riflesso salvaguardare il lavoro. E' un momento delicato. Il passaggio non è facile visto che l'azienda trasporti di Genova non naviga in buone acque finanziarie». Oltre alla Cappelli e Florian, parla anche un terzo autista M.A. (preferisce restare anonimo): «I dirigenti delle aziende spezzine dedicate al trasporto pubblico sono troppi, come le società che ruotano attorno all'Atc. Iniziamo intanto a sfoltire i ranghi dei consigli di amministrazione partendo di lì per progettare il futuro del trasporto pubblico spezzino. Per quanto riguarda eventuali bacino e azienda unica non vedo pericoli per i dipendenti. Impossibile pensare che un autista di Spezia sia trasferito a lavorare a Genova e viceversa». Tra i viaggiatori esprime parere favorevole alla fusione tra aziende liguri di trasporto Enrico Ferrari. «Penso - osserva - che una società più forte possa assicurare mezzi e servizi migliori. Non credo che Genova possa assorbire la direzione generale dimenticandosi delle province».

Una sola azienda in Liguria? «Non ci stiamo I Cobas bocciano il bacino unico regionale e propongono una consultazione
MENTRE a Genova la Regione accelera sulla riorganizzazione del trasporto pubblico, alla Spezia rullano tamburi di guerra. L' ipotesi di un bacino unico regionale e i possibili sviluppi di accorpamento tra le cinque aziende, hanno aperto un fronte di dissenso. In prima fila nella protesta c'è il sindacato Cobas che ha dato appuntamento ai dipendenti dell'Atc e ai cittadini-passeggeri per questa sera alle 21 nella sala Caran alla Chiappa. I comitati di base hanno rotto il fronte sindacale differenziando la posizione rispetto a Cgil, Cisl, Uil e Faisa. Questi ultimi sono tutti favorevole al bacino unico regionale, ritenuto il trampolino per il rilancio del settore, grazie alle economie di scale, la forza contrattuale e la possibilità di avere più risorse. La pattuglia dei Cobas (oltre cinquanta iscritti su 390 dipendenti atc) non ci sta. Sospetta la natura matrigna di Genova. Teme l'allontanamento della Spezia dai centri decisionali. Vuole difendere i lavoratori dal pericolo di eventuali tagli ed esuberi negli organici, una volta che le forze si trovano accorpate. «SU QUESTI e altri temi - annuncia Luca Simoni, capo storico dei Cobas spezzini - chiediamo che la parola venga data a un referendum tra i lavoratori». «L'organizzazione di un'azienda unica - rincara la dose - a nostro avviso è un salto nel buio. Un caso per tutti? Amt Genova ha un buco di di 30 milioni. Non lo devono pagare i lavoratori spezzini, i cui sacrifici hanno fatto da balsamo ai bilanci aziendali». E ancora: «E' una questione anche di risorse. Il bacino unico e l'ipotizzata maxi-azienda non è che ci salveranno dai tagli ai finanziamenti. Senza contare il rischio di perdere funzioni amministrative, officine meccaniche, uffici per i passeggeri e via dicendo». UN'ATC tutta spezzina quella che pensano i Cobas per il futuro. Di recente i Comitati hanno bussato alla porta del commissario della Provincia con la proposta di allungare di tre anni, dal 2015 al 2018, il contratto di servizio, come previsto dalle norme. Sarebbe come blindare l'azienda sul territorio. «Una decisione del genere - spiega Simoni - darebbe maggiore tranquillità all'Atc sul fronte delle risorse, degli investimenti, dei finanziamenti dalle banche, degli acquisti di nuovi bus. Aspettiamo che Fiasella ci convochi». C'E' FERMENTO anche negli altri sindacati spezzini. Conferderali e autonomi hanno protestato con due scioperi regionali, l'8 febbraio e il 5 marzo. La posizione di sintesi è arrivata dagli incontri guidati dei segretari Alessandro Negro (Cgil), Marco Moretti (Cisl), Giuseppe Ponzanelli (Cisl) e Franco Bardelli (Faisa Cisal). «E' pensiero comune tra le organizzazioni - spiega Bardelli - che in un'azienda ligure i lavoratori abbiano una posizione più forte. Quello che chiediamo, al di là del bacino unico, è una legge regionale che dia certezze per il futuro. Prima di ogni cosa ci sono le risorse. Le aziende devono stare in piedi le aziende e offrire servizi degni di questo nome ai cittadini». VALERIO CORRADINI (Filt Cgil) commenta la dichiarazione fatta ieri dal governatore Claudio Burlando che intende chiudere entro fine aprile la riorganizzazione del trasporto locale. «La vittoria più importante - spiega - è l'avvio del percorso legislativo fermo da un anno e mezzo e l'impegno sulla clausola sociale. In presenza di una nuova azienda saranno mantenuti gli attuali livelli occupazionali e non saranno toccati i contratti economici».

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