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Data: 14/03/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
La crisi del tpl - L'Amt a un passo dal fallimento Allarme dei sindacati: per le aziende pubbliche garanzie solo fino a giugno

LE AZIENDE che fanno viaggiare gli autobus in Liguria «sono a un passo dal fallimento: per Amt basterà aspettare giugno, se i 500 in cassa integrazione dovranno rientrare perché scade la proroga e per altri, come Atp, potrebbe essere un privato qualunque a innescare l'atto che porta al fallimento. Per esempio nel caso di Atp basterebbe che il fornitore dei carburanti, il quale è a credito di 2 milioni per il 2012, decidesse di chiedere quanto gli spetta». Addio posti di lavoroe niente bus per strada. Sono sprazzi delle dichiarazioni dei sindacati autonomi e confederali del trasporto locale, registrati nel lungo faccia a faccia di ieri mattina con il presidente della Regione Claudio Burlando. Oltre tre ore e mezza di dialogo, cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Rosario Monteleone, l'assessore ai Trasporti Enrico Vesco, quello alle Finanze Pippo Rossetti e i capigruppo del Consiglio. Un incontro per certi versi drammatico, con orizzonti che sembrano irraggiungibili, nell'assenza delle risorse e di un governo cui rivolgersi. «Noi non abbiamo più tempo per queste liturgie, per le consultazioni sulla legge del trasporto locale, sull'azienda unica, per il tavolo di trattative: tra sei mesi siamo morti. Dunque ci va bene il tavolo di lavoro con comuni e aziende ma deve essere operativo», ha detto Andrea Gatto della Faisa Cisal. Il presidente Burlando, di rimando: «Voglio essere chiaro: ora affrontiamo la legge e verifichiamo l'ipotesi dell'azienda unica regionale come ci chiedete. Ma è chiaro che l'azienda unica non produce quattrinie che non cambia le cose per le responsabilità del codice civile», dei fallimenti e quant'altro. E ora cosa succederà? I sindacati confermano lo sciopero del 22 marzo prossimo: niente autobus per tutto il giorno, dal momento che si sommano la protesta nazionale per il contratto e quella locale per lo stato delle aziende. Sul piano pratico, mercoledì della prossima settimana Regione, sindacati, province, comuni e aziende di trasporto si incontrano. Sul piatto due questioni. La prima è la legge regionale che la giunta aveva già approvato prevedendo l'azienda unica regionale. Poi, come ha ricordato ieri Burlando, «per andare in aula occorre il consenso dei consiglieri», e finora questo consenso non esisteva. Lo stesso Cal, consiglio delle autonomie locali, si era espresso per un "no" all'azienda unica. E proprio lunedì la giunta aveva formalizzato la proposta di mediazione di tre aziende, levante, centro e ponente. Ora il sindacato ripropone l'azienda unica, il Cal assicura di essere disposto a rivedere la propria posizione e la giunta può tornare sui suoi passi. «Ma non illudiamoci che la legge sia la panacea», ribadisce Burlando. La seconda questione, drammatica, resta quella delle risorse anche per la cassa integrazione in deroga, problema che rischia di mettere in ginocchio non solo i 500 cassintegrati di Amt e la stessa azienda che non avrebbe le risorse per pagare tutti gli stipendi e fallirebbe, ma una platea di 9500 liguri che oggi hanno un assegno mensile solo grazie alla cassa integrazione in deroga. La pessima notizia è che questa boccata d'aria, prevista fino a giugno (con la proroga stabilita dal governo), potrebbe finire ben prima dell'estate perché le richieste sono tante e le risorse finiranno prima di giugno. «Nei primi due mesi dell'anno abbiamo già speso il 40 per cento di quello che avevamo speso in tutto il 2012 - ha detto l'assessore Vesco - perciò a giugno non ci arriveremo se non arriveranno nuovi fondi». E sul costo del lavoro batte il sindaco Marco Doria, che come Comune è il proprietario di Amt: «Per mantenere il bilancio di Amt in equilibrio non basta agire solo sui ricavi - ha detto ieri - bisogna tagliare i costi interni, compreso il costo del lavoro che rappresenta i due terzi dei costi dell'azienda. Ribadisco che il Comune vuole salvare tutti i posti di lavoro di Amt»

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