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Data: 14/03/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
In strada metà dei bus Anm, disagi e proteste. Il Comune: "Colpa dei tagli e delle giunte precedenti"

ANCORA una giornata di forte disagi e di proteste per gli utenti dell'Azienda napoletana mobilità. Per il secondo giorno di seguito il servizio è andato a scartamento ridotto. Sono usciti appena 280 autobus dai depositi rispetto ai circa 500 a disposizione: non c'è stato lo stop totale come avvenuto il 30 gennaio a causa della mancato rifornimento di gasolio, ma molte corse sono saltate. A bloccare i mezzi nei garage la carenza di manutenzione determinata dalla mancanza di pezzi di ricambio. I dati sono allarmanti, basti pensare che lo scorso anno in questo periodo erano 450 i pullman in giro per la città. Difficoltà ammesse dallo stesso Comune che, però, rimanda tutte le responsabilità alla situazione finanziaria ereditata dalle precedenti giunte e dei tagli subiti dal governo. «All'amministrazione - si legge in una nota - è stato impedito, negli ultimi sei mesi, di mantenere il servizio adeguato alle esigenze dei cittadini, sia in termini di quantità che di qualità». In futuro l'assessorato al Bilancio proverà a ricorrere a mutui (cosa che però è stata bocciata dagli ispettori del ministero dell'economia) per un finanziamento dell'Anm che «renda possibile - aggiunge Palazzo San Giacomo - un'operazione di manutenzione straordinaria per la messa in esercizio entro maggio di ulteriori 150 unità rispetto all'attuale flotta di autobus in circolazione». Sulla situazione critica del trasporto su gomma interviene anche Paola Imperi, segretaria della Filt Cgil che chiede la convocazione di un tavolo urgente per discutere dell'azienda. «Il vero problema - afferma Imperi - è che mancano i fondi. Si rischia di non poter garantire neanche i servizi minimi anche perché il parco macchine è abbastanza vecchio. Compendiamo il disagio dell'utenza - conclude Imperi - posso però dire che i dipendenti non hanno alcuna responsabilità ed è anche grazie al loro impegno che si riesce ancora ad andare avanti»

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