ROMA Non solo un possibile sì all’arresto di Berlusconi per la corruzione del senatore De Gregorio da parte del Pd, «valutate le carte», come annuncia di primo mattino il coordinatore della segreteria, Maurizio Migliavacca, ma anche una «disponibilità» a giocare la carta dell’ineleggibilità, «sulla base del diritto vigente», dichiara Luigi Zanda. In questo modo i democrat aderirebbero all’ennesima sfida lanciata al Pd da Beppe Grillo secondo il quale, come avverte il capogruppo designato per il Senato, Vito Crimi, «Berlusconi è ineleggibile poiché è concessionario di un servizio pubblico». L’allusione è alla legge 361 del 1957 che impedisce l’accesso al Parlamento a chi è referente economico di una società concessionaria di frequenze televisive.
LA PROCURA DI NAPOLI
Anche se dalla Procura di Napoli (che sta indagando sulla presunta compravendita di senatori, nell’inchiesta De Gregorio) intervengono a sottolineare che nessuno ha mai chiesto l’arresto per l’ex premier, inevitabilmente la tensione sulla giustizia, dopo il tentativo di stemperare i toni da parte di Napolitano, torna al massimo livello. Berlusconi, in un'intervista a Panorama, accusa la magistratura di «essere irresponsabile» e parla esplicitamente di una «operazione Craxi 2» della quale si parlerebbe «apertamente e senza vergogna» nel palazzo di Giustizia di Milano. «Non sono riusciti a eliminarmi con le elezioni, e ora tornano a provarci attraverso questo uso della giustizia a fini di lotta politica», denuncia il Cavaliere. Chiamando i suoi «a una sacrosanta battaglia».
La Lega si chiama fuori. Roberto Maroni, che ieri ha incontrato l’ex premier, non commenta.
LA MOBILITAZIONE
I parlamentari del Pdl invece raccolgono con entusiasmo e, dopo la dichiarazione di Migliavacca «in favore all’autorizzazione all’arresto, se gli atti fossero fondati», promettono fuoco e fiamme. «Scateneremo l’inferno», annuncia la Biancofiore.Il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando, conferma che «la linea è quella illustrata da Migliavacca».
E il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ribadisce la frattura con il Pd che, al momento, sembra insanabile. «Le dichiarazioni di Zanda e di Migliavacca sono sconcertanti e inquietanti- scrive- perchè rappresentano non solo la negazione, ma anche l'avvilimento delle parole sagge del presidente della Repubblica. Ormai l'ipotesi della sinistra è fin troppo chiara. Dichiarare ineleggibile Berlusconi, dopo che è stato dichiarato eleggibile per ben cinque legislature e per quattro volte ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio, e sollecitare quella parte di magistratura politicizzata ad avanzare l'assurda richiesta di provvedimenti restrittivi a carico del leader di dieci milioni di italiani». Infine, la dichiarazione di guerra: «Il Pdl ha ben chiaro questo progetto ed è determinato a reagire con tutte le forze».