Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.333



Data: 24/03/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi in piazza «Golpe se la sinistra si prende il Colle Torniamo alle urne». Manifestazione a Roma: siamo più di 300 mila «Fiducia in Napolitano, Bersani ci odia e Grillo un dittatore»

ROMA «Il giaguaro non si è fatto smacchiare» urla ai suoi militanti e simpatizzanti che riempiono piazza del Popolo e lo applaudono entusiasti, il leader del centrodestra Silvio Berlusconi. Il «giaguaro» però non dimentica la sua natura, quella di un animale pericoloso quanto accorto e dunque alterna i toni da piazza e da campagna elettorale ai toni del dialogo e delle offerte. Destinatario, il premier incaricato. «Se Bersani – scandisce il Cavaliere dal palco - proseguirà nel tentativo assurdo di un governo minoranza, sappia che la nostra opposizione sarà durissima nel Parlamento e nelle piazze. Se invece non ci riusciranno, si torni subito al voto». La manifestazione di ieri, nei piani dell’ex premier, è solo la prima di una mobilitazione permanente nelle piazze, da nord a sud.
LE LARGHE INTESE

L’offerta è sempre quella, il governissimo, proprio quello che – secondo Berlusconi – vuole il Capo dello Stato, verso il quale viene ribadita «piena fiducia per il suo equilibrio e la sua saggezza». I toni sono da comizio, ma la proposta è tutta politica. E anche quella che doveva essere una manifestazione convocata sull’onda dell’indignazione per la spada di Damocle dei processi che pendono sul capo del Cavaliere, si è tramutata in una piazza dai toni soft ed edulcorati, persino, nei confronti della tanto odiata magistratura. Il tema della giustizia viene toccato solo dopo un’ora di discorso e solo per dire che «siamo qui anche per dire basta all'uso della giustizia come arma contro gli avversari politici». Berlusconi vuole continuare a offrire – più a Napolitano che a Bersani – il profilo dello statista pronto a un governissimo in nome dei superiori interessi del Paese che quello dell’arringa-popolo. Non che, quando si tratta di comiziare, le parole non vengano giù facili e scorrevoli, al Cavaliere. «Siamo tutti carichi per una nuova campagna elettorale – attacca davanti al suo popolo entusiasta di sentirglielo dire – e questa volta vinceremo per davvero. Ci davano per agonizzanti e invece eccoci qui, sotto un sole caldo in una delle piazze più belle del mondo», è l’esordio del Cav. «Siete tanti, quasi troppi, e non ho mai visto tanti impresentabili tutti assieme!», urla, quasi, suscitando ondate di entusiasmo.
ATTACCO A MONTI

Poi attacca il governo Monti, colpevole di aver «umiliato e ridicolizzato l’Italia» con la riconsegna dei marò all’India. «E’ questa la vostra credibilità? – attacca – Monti è sempre stato supino davanti alla Germania, agli altri Paese e ora anche all’India». Applausi e ilarità si sprecano. Silvio ci prende gusto e continua: «Mi dicono che non devo dare del comunista a tutti, ma non è colpa mia, sono loro che sono comunisti e sono ovunque. A forza di vedere così tanti comunisti in tutti gli studi televisivi mi è venuta la congiuntivite». Poi, però, il Cav torna serio e aggredisce il vero punto del contendere, quello che gli sta più a cuore, la successione di Napolitano al Quirinale: «Sarebbe un golpe inaccettabile se la sinistra si prendesse anche il Colle. La più alta carica dello Stato non può essere decisa nel chiuso di una stanza buia da quattro capipartito, magari invitando Romano Prodi, che tutto sarebbe tranne che un presidente super-partes. Il Capo dello Stato dev’essere di centrodestra, è un sacrosanto diritto, non possono escluderci da tutte le istituzioni».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it