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Data: 24/03/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
E Silvio testò dal palco il ritorno al brand Forza Italia

Rispuntano le bandiere forziste: ipotesi liste civiche Fi alle amministrative

E va in visibilio per il condottiero. «Silvio, sei più grande di Giulio Cesare», «Silvio, dopo di te il diluvio», «Io credo in Silvio Onnipotente», «Noi per una volta impresentabili, voi da sempre poveri comunisti miserabili»: così c’è scritto sugli striscioni. Peccato soltanto che in piazza del Popolo si dev’essere pure un po’ di governo e non solo di lotta, vista la voglia del leader di accordarsi con gli acerrimi nemici sul governo e sul Colle, e allora mancano alcune mostrificazioni classiche dell’iconologia azzurra: il pupazzo di D’Alema in panni da aguzzino staliniano, quello di Bersani che strangola tassisti e farmacisti, quello di Rosy Bindi mascherata da diabolica maestrina. C’è però la battutona del Cavaliere quando una signora nelle prime file sviene per la fatica: «E’ colpa mia, ho parlato troppo di comunisti». Ed ecco la finta cella di carta pesta con il cartello sulle sbarre: «Lo vorrebbero qui dentro». Una coppia di anziani travestiti da pm cerca di mettere le manette a chi passa.
IN TOPLESS
Occhio alla ragazza delle Femen, nuda, con la scritta in petto a favore della ricerca sulle staminali che nessuno capisce. Un vecchietto si concentra su quella sinuosa dicitura mettendosi gli occhiali da vista e la moglie semi-ottantenne come lui: «Sei sempre il solito mandrillo». Qui dilagano comunque le pantere grigie: pubblico anziano, venuto da lontano («Noi siamo fuggiti da Aosta perchè è arrivato Ingroia»).
E poi, le bandiere di Forza Italia. Tante. Rimesse a lucido. Politicamente significative. «Evviva l’Italia, evviva Forza Italia», è il grido finale di Berlusconi e l’omaggio all’adorato brand - quello della fondazione e dello spirito del ’94 che per il suo creatore «vale quanto quello della Coca-Cola» - non poteva essere più plateale di così. «Silvio, Forza Italia è con te», è il grido in pennarello che esce da un lenzuolo. E anche intorno allo striscione che dice «Io ho votato Pdl, non mi arrestate», si nota una selva di gagliardetti e vessilli forzisti.
LA PROSPETTIVA
Non è Silvio che ha direttamente dato l’ordine del repechage, ma il ritorno di Forza Italia è graditissimo al caro leader che sta testando questo marchio in questa piazza. Per vedere l’effetto che fa e, soprattutto, che potrà fare nei prossimi appuntamenti elettorali. Già da quelli sicuri, come le amministrative a Roma e in altre città tra non molte settimane. Sul tavolo di Berlusconi a Palazzo Grazioli, c’è infatti il progetto - tutto ancora da definire ma già considerato la nuova proposta choc visto che sull’Imu ha già dato o promesso di dare - di presentare le Liste Civiche-Forza Italia, affiancate al simbolo del Popolo della libertà, sia per la corsa al Campidoglio sia nel resto d’Italia. Una Forza Italia sminuzzata territorio per territorio, con tutti candidati giovani e esterni alla politica, per andare a intercettare i delusi. Il ’94 come ritorno al futuro.
O almeno la tentazione è quella e poi, domani, chissà quale altra. Oggi Silvio non sfoggia gli occhialoni scuri da rais indossati dopo il ricovero: «Somiglia a Mubarak? Gli piacerebbe a Mubarak!», dice una grintosa signora ripensando al Cavaliere dell’altro giorno, che si è presentato in Senato con le lenti scure, dopo il breve periodo di convalescenza al San Raffaele. Ora la condizione fisica è completamente recuperata.
I PERSONAGGI
Tra i manifestanti, si aggira accompagnata da Daniela Santanchè la First Lady: Francesca Pascale. In blu elettrico, truccata un po’ da diva e un po’ da regina, sfoggia un bel bracciale di oro bianco. Viene riverita come colei che ha nel cuore il cuore di Silvio. Poi lo sfottò: «Tutti con Silvio ma fuori dal Pianeta», recita uno striscione. E viene considerato una provocazione di ragazzi di sinistra, cacciati dal comizio. Ma ormai è tardi. La piazza si è divertita e si sarebbe divertita di più se il leader non avesse voglia di intese istituzionali. Si va via. Le pantere grigie, ma azzurre, risalgono sui torpedoni, cantano per ’O sole mio e una versione rivisitata di ’O surdato innammorato: «O Silvio, o Silvio nostro / o core di chistu core / si stato ’o primm’ ammore...». Lui naturalmente vuole essere anche l’ultimo amore, e loro lo sanno: «Silvio, dopo di te il diluvio».

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