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Data: 25/03/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Nel Pd è scontro telefonata di Renzi: «Io non tramo». Bersani: parlo a tutti

ROMA Nella seconda giornata delle consultazioni Pier Luigi Bersani ha potuto toccare con mano quanto sia alto l’allarme delle rappresentanze imprenditoriali e finanziarie sullo stato dell’economia italiana. Al termine del colloquio con il presidente incaricato, Giorgio Squinzi ha seccamente affermato che «le imprese stanno per finire l’ossigeno. Non c’è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine». Per questo, ha sottolineato il presidente di Confindustria, «c’è bisogno al più presto di un esecutivo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà». Squinzi ha aggiunto che le imprese «sono disperate e il problema dell’occupazione sta diventando tragico». Su posizioni simili anche i rappresentanti dell’Abi, Antonio Patuelli, e dell’Ania, Aldo Minucci, ascoltati ieri da Bersani, che hanno parlato di una forte attesa di governabilità» e della necessità di avere il prima possibile «un interlocutore nella pienezza dei propri poteri» al governo.
Quindi, se il problema numero uno postogli dai suoi interlocutori è l’assenza di un governo, per Bersani diventa sempre più urgente venire a capo del rebus di una maggioranza praticabile anche al Senato. Stretto tra un Grillo che, per ammissione dello stesso premier incaricato, «si ostina a svalutare e distruggere ogni segno buono di cambiamento» e un Pdl nei confronti del quale il Pd sembra aver scavato una trincea invalicabile, Bersani, al termine della mattinata, aveva liquidato le ipotesi dei giornalisti su un governo di larghe intese con un «non mi sto occupando di questo. Mi occupo dei problemi del Paese e dell’economia reale al primo posto. Lasciatemi andare». Un po’ diversa - o perlomeno diversamente interpretabile - la dichiarazione alla fine dei colloqui di ieri con le parti sociali: «La proposta che rivolgo alle forze parlamentari - ha detto il leader democrat - si basa su uno schema che consente a ciascuna di esse di riconoscervisi». Lo schema è, in sostanza, quello del «doppio registro»: da un lato il governo, dall’altro le riforme istituzionali ed elettorale su cui sono possibili convergenze più ampie. Premesso che la sua proposta «non può prescindere da un’esigenza di cambiamento», Bersani ha osservato che «ciò mette ogni forza parlamentare nelle condizioni di potervi trovare qualcosa di positivo. Questa mi sembra la strada più sensata, ancorché stretta, che offro a tutte le forze parlamentari. Altre mi sembrano più complicate».
SCONTRO INTERNO
Difficile dire se queste parole riusciranno ad avvicinare posizioni parecchio lontane non solo tra le forze politiche, ma anche all’interno dello stesso Pd. Dove - alla vigilia della riunione della direzione di oggi che si preannuncia piuttosto animata - si è riacceso lo scontro dopo un’intervista del renziano Graziano Delrio, in cui il presidente dell’Anci diceva che «Pd e Pdl non possono fare i capricci» davanti all’eventualità di «un governo istituzionale del Presidente». Alle tesi di Delrio ribatteva duramente Stefano Fassina: «E’ grave che in ore decisive per la costruzione di un governo, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del presidente incaricato prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un ”governo del Presidente“». Il responsabile economico del Pd aggiungeva che «indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni» e concludeva affermando che «gli obiettivi di una parte del Pd non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese». Una replica per tutte di parte renziana, quella di Ernesto Carbone: «Chi ha veramente a cuore il tentativo di Bersani dia una camomilla a Fassina».
Ma in serata era lo stesso Renzi a fare da pompiere sul fuoco delle polemiche, rendendo nota una sua telefonata «distesa e molto cordiale» a Bersani. Dopo aver assicurato il segretario sull’assenza di «qualsiasi trama» contro di lui, il sindaco di Firenze, tra una battuta e l’altra, ha ribadito la sua intenzione di voler favorire il successo del tentativo di Bersani di formare il governo.

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