ROMA La premessa è la stessa per tutti: l’Italia ha bisogno di un governo subito. «A tutti i costi» sintetizza il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, appena uscito dalla sala del Cavaliere di Montecitorio dove il premier incaricato sta svolgendo le consultazioni. Ha deciso di coinvolgere anche le parti sociali, Bersani, in questo giro di incontri per capire se ce la farà a far nascere un governo. L’altro giorno ha ricevuto la delegazione di Confindustria, ieri Cgil, Cisl, Uil e Ugl e poi Reteimprese, l’associazione che raggruppa le organizzazioni di artigiani e commercianti. Da tutti si è sentito dire che in questo momento la maggiore disgrazia sarebbe un ritorno alle urne, perché il nostro Paese è ancora in piena emergenza e non c’è tempo per i tatticismi politici, servono risposte immediate a problemi urgenti. «Risposte alle persone per fermare il degrado e il tracollo» evidenzia il leader Cgil, Susanna Camusso. «La situazione è drammatica, perdiamo migliaia di posti di lavoro al giorno, le imprese chiudono» ricorda il numero uno Uil, Luigi Angeletti. E che sia «un governo forte, non di minoranza, un governo che metta in campo azioni per il lavoro» auspica Giovanni Centrella, segretario generale Ugl. «Non capiamo queste differenziazioni che le varie forze politiche fanno nel non volersi alleare» insiste Bonanni. Che teme, nell’eventualità di un ritorno alle urne, una situazione simile «alla Germania di Weimar, con grave pregiudizio per la stabilità democratica», quindi una deriva dell’Italia verso l’autoritarismo attraverso «l’estendersi del populismo».
Gliel’hanno detto i sindacati a Bersani, ma gliel’hanno sottolineato anche i piccoli imprenditori: «C’è l’assoluta necessità ed urgenza di dare subito un governo al Paese, le nostre imprese sono al collasso» afferma il presidente di turno di Reteimprese, Carlo Sangalli.
La lista di richieste, nel caso la ”mission impossible” di Bersani dovesse riuscire, è lunga.
Ai primi posti ci sono le misure per far ripartire il lavoro, per sostenere i redditi delle famiglie e quindi i consumi, per immettere liquidità in un sistema bloccato.
LE RICHIESTE
Ritornano anche i temi che l’hanno fatta da padrone durante la campagna elettorale. Come l’Imu. È Susanna Camusso a chiedere a Bersani di «togliere il pagamento dell’Imu sulla prima casa fino a un pagamento di mille euro». Una misura che contribuirebbe a «disinnescare la miccia» rappresentata dall’accavallarsi nelle scadenze estive di Tares, Imu e aumento Iva. Un punto - questo dello scongiurare l’aumento Iva - che il premier incaricato si è sentito ripetere con grande enfasi anche dai commercianti.
Il fisco, come sempre, la fa da padrone. Meno tasse sul lavoro, meno tasse sulle pensioni, maggiore lotta all’evasione fiscale («diventi reato penale» propone Bonanni). Ma forte è l’accento anche sui tagli ai costi della politica e alle spese improduttive. E ancora, sia i sindacati che le imprese insistono sul la ormai nota questione dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. «La risposta data dal governo in carica» non è efficace, attacca la Camusso. Nella lista delle priorità non manca la vicenda esodati, ancora da risolvere definitivamente.