ROMA Cinquecentomila euro finiti nelle sue tasche. Una mazzetta che avrebbe consentito alla Breda Menarini di ottenere una commessa di 40 filobus per Roma. La vicenda giudiziaria che vede l'ex amministratore dell'ente Eur, Riccardo Mancini, uno degli uomini più vicini al sindaco Gianni Alemanno, fra gli indagati, vive di una improvvisa accelerazione con l'arresto del manager. Corruzione e concussione i reati contestati dal gip del tribunale di Roma in un'indagine che vede coinvolte sette tra dirigenti delle società appaltatrici e faccendieri. E che ieri ha portato i militari del Ros e del nucleo tributario della Guardia di Finanza acquisire documenti anche presso la sede della fondazione “Nuova Italia”, presieduta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Per il gip Mancini può reiterare il reato e anche inquinare le prove. Per l'accusa il manager ha ricevuto nel 2009 una mazzetta di 500 mila dei 600 mila euro versati da Breda Menarini per la fornitura di bus per Roma Metropolitane. I restanti 100 erano destinati a Marco Iannilli, commercialista legato a Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica. Nel provvedimento del giudice grande spazio viene riservato al rapporto tra Mancini, che oggi si sottoporrà all'interrogatorio di garanzia, e il sindaco di Roma. Il giudice Stefano Aprile precisa che le intercettazioni che registrano i rapporti tra i due «sono allo stato irrilevanti per dimostrare una diretta partecipazione di Alemanno all'illecita azione», ma sono «tuttavia idonee a dimostrare l'esistenza di un rapporto con Mancini che va ben oltre quello personale». Il manager, per il gip, è «in totale subordinazione» del sindaco ed è «uomo di Alemanno nei confronti del quale è in totale soggezione». Mancini, rileva il gip, aveva il ruolo ufficiale di ad dell'ente Eur ma «aveva ricevuto una pubblica investitura dal sindaco ad occuparsi del settore dei trasporti e della mobilità nonché ad intrattenere rapporti diretti con le imprese del settore, che, avevano la certezza di conferire con un soggetto influente». E riceve i suoi interlocutori «presso l'assessorato ai trasporti». Per chi indaga siamo in presenza di un “vulnus genetico” che ha determinato «quell'illecita confusione tra politica, amministrazione, impresa e interessi privati eletta a sistema di potere in forza del quale la parola del vertice costituisce un ampio e generico “affidavit” rilasciato alle persone di sua fiducia». Nell'ordinanza l'intera operazione dell'appalto viene vista come finalizzata solo a creare una «provvista necessaria per pagare una tangente a Mancini» utile anche per tentare di aggiudicarsi gli appalti relativi alla metropolitana di Roma: «i denari versati dai contribuenti sono unicamente serviti, finora, a creare fondi neri e a pagare tangenti».