L’AQUILA Chiusa l’inchiesta sulla presunta rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al cosiddetto concorsone, una vicenda che sollevò clamore quando venne alla luce. Sotto inchiesta, dunque, resta Roberto Petullà, dirigente della Protezione civile che nella Struttura per la gestione dell’emergenza si occupava dell’assistenza alla popolazione. Al suo nome si è aggiunto quello della giornalista di un sito Internet, Cristina Di Stefano accusata dello stesso reato. Petullà, secondo le accuse del pm, le avrebbe fornito un esempio di domanda simile a quelle che sarebbero state fatte ai concorrenti del concorsone, ora concluso con trecento assunzioni a fronte di migliaia di pretendenti. La Di Stefano è indagata per avere riportato il quiz sul sito Internet con il quale collabora. Petullà ha sempre sostenuto che si trattava di un quesito che mai sarebbe stato tra quelli proposti ai candidati: la sua sarebbe stata solo un’iniziativa per far conoscere alla gente la tipologia delle domande. L’inchiesta fu avviata dopo un esposto presentato dal sindaco Massimo Cialente, temendo che si potesse ipotizzare qualche favoritismo nel concorso. I due sospettati sono assistiti dagli avvocati di fiducia Massimo Manieri e Alessandro Piccinini.