ROMA Angelino Alfano sembra preoccupatissimo dopo il breve colloquio con Bersani e, davanti ai giornalisti, dichiara che «le distanze sono ancora enormi». Enormi, ma non incolmabili. Tanto che, nell’incontro con il vertice del Pdl a palazzo Grazioli, lascia invece trapelare un cauto ottimismo, facendo intendere che «non tutto è perduto perché la trattativa continua». Ma per condurla in porto «ci vuole tempo, avremo più certezze dopo il colloquio di Bersani con Napolitano», spiega ai suoi dopo l’incontro delle delegazioni del centrodestra, Pdl, Lega Nord e Grandi autonomie con il leader democratico, al quale ha partecipato il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ma non Silvio Berlusconi, che ha preferito «mandare avanti il segretario», riservandosi di intervenire al momento buono, quando la trattativa sarà giunta al culmine.
Certo, al momento, Bersani chiude la porta al governo di larghe intese, chiesto dal centrodestra,«perché occorre dare un segnale reale e concreto di cambiamento».Tuttavia, non rinuncia a provare a coinvolgere pidiellini e leghisti «nel confronto per le riforme istituzionali in una Convenzione ad hoc».
LA TRATTATIVA
Basterà al Pdl l’assicurazione che si aprirà una sorta di proseguimento della Bicamerale per varare riforme come l’elezione diretta del Capo dello Stato, che sta tanto a cuore a Berlusconi? No, secondo la portavoce dei deputati pidiellini, Mara Carfagna, secondo la quale «pensare di poter governare il Paese con le geometrie variabili o, peggio, con un governo che inizia il suo cammino senza una maggioranza certa, o con altri trucchetti da Prima Repubblica significa non avere imparato la lezione venuta dalle urne».Tradotto, la trattativa deve coinvolgere in pieno il Pdl, sia per il governo, ma, soprattutto, per il Quirinale». Dunque, c’è ancora spazio per discutere.E saranno cruciali le prossime 48 ore. Non a caso, Alfano, dopo il colloquio con Bersani, precisa che il Pdl «non ha preclusioni per nessuno, anche se le posizioni restano molto distanti». E pur avvertendo che «se le distanze resteranno tali, l’unica strada è andare al voto», ai suoi racconta di aver invitato Bersani «a fare uno sforzo di fantasia per dare vita a un governo che duri per intervenire sull’economia e sulle riforme istituzionali».Il che potrebbe prefigurare anche la sostituzione a palazzo Chigi di Bersani.
IL CAVALIERE
Identica, la posizione della Lega, che con Maroni tiene a sottolineare di «agire nello spirito della coalizione». Nessuna differenziazione dal Pdl, quindi.«Auspichiamo un governo a guida politica, basta con i tecnici, serve un esecutivo di legislatura», avverte il governatore lumbàrd. Al termine del colloquio con Bersani, Alfano ha chiamato al telefono Berlusconi, rimasto ad Arcore, che si è detto certo che «alla fine Bersani cambierà idea perché senza di noi non va da nessuna parte», anche perché ha avuto conforto dagli ultimi sondaggi, come quello di Tecnè per Sky, che segnala un aumento del Pdl e la conseguente vittoria del centrodestra in caso si tornasse al voto, mentre Pd e Grillo segnano il passo. Il segretario pidiellino ha avuto perciò il mandato di trattare a oltranza sul governo e sull’individuazione di un presidente della Repubblica «non inviso al centrodestra».