| |
|
| |
Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.333
|
|
|
|
|
|
|
27/03/2013
Il Centro
|
Regione, passa la legge elettorale abolito il listino. Scompare la lista dei nominati, soglie di sbarramento per i partiti, bocciate le modifiche proposte dal Pd |
|
PESCARA Il risultato più importante della nuova legge elettorale approvata ieri a maggioranza dal Consiglio regionale è l’abolizione del listino, cioè della lista dei nominati dal presidente vincitore della competizione elettorale. Equivaleva al premio di maggioranza che nel nuovo testo viene spalmato nelle quattro circoscrizioni provinciali. L’abolizione del listino è l’unico punto su cui tutti i gruppi politici si sono detti d’accordo. Non è accaduto lo stesso per l’altra novità della legge, la soglia di sbarramento: 2% per le liste che si presentano all’interno di una coalizione, 4% per le liste che si presentano da sole. Il mantenimento di queste soglie relativamente basse ha convinto i piccoli partiti (Rifondazione in testa che ha ritirato i suoi 500 emendamenti) a votare a favore. Non così il Pd (che per questo ha votato contro) che chiedeva una riforma ben più profonda, a partire proprio dalle soglie di sbarramento: 4% e 6% è stata la proposta dei democratici con possibilità di trovare una mediazione a 3%-5%. Respinte anche l’introduzione del voto disgiunto (presidente di una coalizione, consigliere di un’altra coalizione), e la doppia preferenza uomo/donna (è stata solo prevista una soglia massima di genere del 60%). «Noi abbiamo posto tre questioni che riguardano l'idea della democrazia che abbiamo», ha commentato il capogruppo Pd Camillo D’Alessandro, «le leggi elettorali si fanno per il buon funzionamento di una istituzione, non certo per auto conservarsi o per la paura». Rammaricata la consigliera Pd Marinella Sclocco per la bocciatura della doppia preferenza: «Ancora una volta, nonostante la pressione esterna di donne, associazioni, movimenti, comitati, davanti all'articolo 51 della Costituzione, il Consiglio Regionale dell'Abruzzo ha detto no alle donne». «Una grande opportunità persa», ha aggiunto Nicoletta Verì (gruppo Misto), «peccato che una serie di veti incrociati di quasi tutti i partiti, abbiano vanificato questa possibilità». Sclocco, Verì e Alessandra Petri (Pdl), hanno abbandonato l’aula per protesta. Per il capogruppo regionale Pdl Lanfranco Venturoni, la riforma è «un ulteriore passo in avanti nel cammino di riduzione dei costi della politica iniziato in tempi non sospetti dalla Regione Abruzzo con la modifica statutaria del numero dei consiglieri regionali che, nella prossima legislatura, passeranno da 45 a 31. La legge elettorale» ha continuato il presidente del gruppo consiliare del Pdl «non soltanto conferma l’eliminazione del listino ma assegna alla maggioranza che vincerà la prossima competizione elettorale la rappresentanza necessaria ad assicurare la governabilità tutelando nel contempo, con lo sbarramento del 2% e del 4%, le forze politiche cosiddette minori che volessero concorrere in coalizione o anche da sole». Restano i dubbi sulla congruenza del testo con la nuova situazione politica tripolare che si è creata nel paese.
|
|
|
|
|