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Data: 27/03/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Ok alla riforma elettorale Le donne lasciano l’aula Bocciata la doppia preferenza di genere

L'AQUILA Al secondo tentativo l'Emiciclo centra l'obiettivo ricercato da anni: una nuova legge elettorale per l'elezione della prossima assemblea, dove sugli scranni siederanno 30 consiglieri anziché 42 (18 della maggioranza, tra cui sei assessori, e 12 dell'opposizione) più il presidente della Giunta. Con l'accordo di maggioranza ed opposizione dall'Emiciclo è arrivato il via libera alle nuove norme che cancellano definitivamente il listino e pongono l'asticella dello sbarramento per l'entrata in consiglio al 4 per cento per i partiti che si presentano singolarmente e del 2 per cento per le formazioni che sceglieranno di presentarsi al cospetto del corpo elettorale in una coalizione. Altra novità riguarda la composizione delle liste circoscrizionali, in cui nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento. Bocciata, quindi, dopo una votazione a scrutinio segreto, la proposta per l'introduzione della doppia preferenza di genere, che prevedeva l’introduzione di una preferenza per i candidati di sesso maschile e un’altra per le candidate donne; le consigliere Alessandra Petri (Pdl), Marinella Sclocco (Pd) e Nicoletta Verì (Gruppo Misto) hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. «Con questa legge viene garantita un'equa rappresentanza dei territori - ha spiegato il presidente della commissione che ha varato il nuovo disegno di legge, Lorenzo Sospiri -. E dal momento che ogni consigliere rappresenterà 43mila elettori, anche i cittadini ed i partiti saranno più responsabili nella scelta delle persone da votare e da proporre». Sospiri ha anche ringraziato il contributo delle opposizioni per il raggiungimento dell'intesa, a seguito della quale sono stati ritirati gli oltre mille emendamenti ostruzionistici presentati nelle scorse settimane. Lanfranco Venturoni, presidente del gruppo Pdl in Consiglio regionale, ha inoltre sottolineato nel suo intervento in aula come tale riforma «segni un ulteriore passo in avanti nel cammino di riduzione dei costi della politica iniziato in tempi non sospetti dalla Regione Abruzzo» mentre il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, ha stroncato la nuova legge. «Più ingovernabilità, meno diritti di scelta, meno donne». Fuoriose le rappresentanti del gentil sesso in Consiglio. «Una grande opportunità, che avrebbe reso l’Abruzzo finalmente una Regione moderna» ha tuonato la Verì, mentre l'esponente democrat Sclocco ha aggiunto: «Il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha detto no alle donne».

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