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Data: 27/03/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Ecoemme: a processo Cordoma, Sospiri e altri 7. Inchiesta sui rifiuti a Montesilvano: rinviati a giudizio anche Di Zio e il sindaco di Farindola, De Vico.

PESCARA. «Dopo anni il 2 luglio inizierà' un processo con un giudice terzo in cui finalmente potrò chiedere di quale accuse devo rispondere». E’ il consigliere comunale e regionale del Pdl Lorenzo Sospiri a difendersi dalla accuse che la procura gli muove all’interno dell’inchiesta Ecoemme e a spiegare: «Ho avuto l'unica colpa di aver rendicontato a termine di legge un contributo elettorale versato al mio partito di allora, Alleanza Nazionale». Poi, Sospiri continua: «Ritengo superfluo sottolineare che il medesimo contributo in alcuni casi di entità estremamente superiori ai 10 mila euro in questione e' stato versato a tutti i partiti, da Rifondazione al Pd e a tanti candidati». Infine, l’imputato conclude: «Sottolineo», aggiunge Sospiri, «che non si sta processando il sottoscritto che non è accusato né di dazioni personali né di altri vantaggi. Non ci sono intercettazioni o atti documentali a mio carico ma si processa una legge dello Stato: quello sul finanziamento privato dei partiti e all' epoca dei fatti non ero consigliere regionale ma il capo pro-tempore di un partito».
di Paola Aurisicchio wPESCARA L’inchiesta sui rifiuti che ruota attorno all’Ecoemme, la società pubblica-privata per la raccolta dei rifiuti a Montesilvano, arriva al giro di boa: il giudice per l’udienza preliminare Luca De Ninis ha chiesto il processo per l’ex sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma, per il consigliere comunale e regionale Lorenzo Sospiri, per gli imprenditori dei rifiuti Ettore Paolo Di Zio e Ferdinando Ettore Di Zio accanto ad altre cinque persone. Per i nove imputati accusati tutti di corruzione e, nel caso di Ferdinando Ettore Di Zio anche di truffa, il processo inizierà il 2 luglio. E’ la gestione della società Ecoemme ad essere finita nel mirino del pm Anna Rita Mantini che ha coordinato le indagini condotte dalla Squadra mobile: «Una gestione», dice l’accusa, che «fin dalla sua costituzione avvenuta il 7 agosto del 1998 risultava gestita in palese illegalità». L’Ecoemme è la società pubblica-privata composta dal Comune (49,86 per cento), dalla Comunità montana Vestina (2,31) e dalla Deco spa di Spoltore (47,83). Dice l’accusa che Cordoma, Sospiri e Fabio Savini, all’epoca presidente della Comunità montana Vestina e vicepresidente della Ecoemme spa – anche lui rinviato a giudizio – «in cambio di atti contrari ai propri pubblici uffici» avrebbero fatto in modo che «il socio privato, quindi Ferdinando Ettore Di Zio in particolare, potesse usufruire unilateralmente e in condizioni monopolistiche dei vantaggi patrimoniali derivanti dal servizio pubblico». Sostiene sempre il pm che i tre non avrebbero avviato all’interno del Comune di Montesilvano «l’iter amministrativo di indizione di una gara pubblica per l’affidamento dei servizi d’igiene dell’ente locale» e che avrebbero «esautorato il presidente della società mista inducendolo alle dimissioni per fare in modo che la società fosse in mano al gruppo Deco-Di Zio». Nell’inchiesta sono finiti anche Massimo Sfamurri, presidente di Ambiente spa, Antonello De Vico, sindaco di Farindola, Paolo Cucculelli, tecnico della Comunità Vestina, e Giordano De Luca, ex consigliere del cda di Ecoemme per cui è stato chiesto sempre il rinvio a giudizio. In particolare, l’accusa dice che De Vico e Savini avrebbe ottenuto dagli imprenditori Di Zio «assunzioni di personale a tempo determinato e indeterminato e 5 mila euro, sotto forma di erogazione liberale in favore di De Vico, quale finanziamento per le elezioni regionali del 2008». In cambio, sempre per il pm Mantini, il sindaco di Farindola – descritto come «dominus del bacino elettorale dell’area vestina» – avrebbe «indicato per la carica di consigliere del cda dell’Ecoemme Savini». A Cordoma e Sospiri, invece, la procura contesta di aver ricevuto dalla Deco dei Di Zio «la somma di 10 mila euro, su indicazione dell’ onorevole Fabrizio Di Stefano, quale finanziamento per le elezioni regionali del dicembre 2008 e comunque la disponibilità al versamento, all’occorrenza, di ulteriori risorse finanziarie per il loro schieramento politico». Solo ad Ferdinando Ettore Di Zio viene contestato anche il reato di truffa. Per i nove imputati il processo inizierà il 2 luglio.

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