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Data: 28/03/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La nuova legge elettorale in Abruzzo - Pd: «La legge dei furbi» Pdl: «Più governabilità». Genco, Cgil, "Politica maschilista" (Guarda il video)

PESCARA Quote di sbarramento, quote rosa, voto disgiunto: il Pd lascia il ring dell'Emiciclo al tappeto, nonostante i 500 e passa emendamenti portati in questi mesi nelle commissioni. Ad alzare il braccio in segno di vittoria sono invece il Pdl e i partiti minori, soprattutto quelli della sinistra capeggiati da Rifondazione comunista, che con la soglia al 4% chiesta inizialmente dal Pd per le liste in coalizione e addirittura al 6% per chi corre da solo, sentivano già il De Profundis. La quota di sbarramento si ferma invece al 2% e non passa neanche il voto disgiunto, la possibilità cioè di esprimere la preferenza per un consigliere di una coalizione e per il candidato presidente di un'altra.
Le parti restano distanti a 24 ore dal voto: Pdl e partiti minori parlano di «vittoria della democrazia», il Pd vaticina «ingovernabilità» con un Consiglio regionale che nella prossima legislatura potrebbe essere frammentato da tanti gruppi bonsai formati anche da un solo consigliere. L'altra sconfitta il Pd la subisce sulla rappresentanza femminile. Non è passato l'emendamento di Marinella Sclocco sulla doppia preferenza di genere (se voti un uomo puoi votare anche una donna e viceversa), né quello del capogruppo Camillo D'Alessandro che aveva proposto la presenza paritaria nelle liste fra i due sessi. A spuntarla è stato invece l'emendamento del capogruppo Pdl, Lanfranco Venturoni che stabilisce tuttavia qualcosa di simile: nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore al 60% dei candidati.
SBARRAMENTI
D'Alessandro offre un’interpretazione più articolata dell’accaduto: «E’ una riforma figlia della furbizia e della paura. Una legge scientificamente pensata da chi sa di perdere e dunque mette in piedi una norma per rendere la vittoria degli avversari la peggiore possibile». Il capogruppo del Pd esemplifica: «Questa riforma induce alla proliferazione delle liste, con lo sbarramento al 2% le coalizioni saranno fatte da decine di formazioni collegate al presidente. Ora, anche calcolando che in Abruzzo alle prossime regionali l'affluenza sia piuttosto alta, diciamo al 70%, il 2% di preferenze equivale a circa 14mila voti, che spalmati su 29 candidati fa una media di 400-500 voti a testa, quanto basta per eleggere un consigliere comunale in una città media. Di questo potrà avvantaggiarsi il presidente uscente, come è noto non popolarissimo nei sondaggi, che facendo più liste, magari legate alle varie articolazioni del potere, avrà la possibilità di annullare le possibilità dello sfidante. Allo stesso modo è stato bocciato l'emendamento sul voto disgiunto». Ma Gianni Chiodi replica: «Preoccupazioni inutili quelle del Pd, perché saremo noi a vincere. E non solo non complicheremo la vita a nessuno, ma la faciliteremo agli abruzzesi riducendo ancora le tasse nel 2016».
PAGANO
Di risultato straordinario parla il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano: «Le novità più importanti sono la conferma della riduzione del numero dei consiglieri (da 45 a 31), l'eliminazione del voto disgiunto e del listino. E la garanzia della governabilità, grazie alla doppia soglia di sbarramento del 2 e 4% e all'attribuzione di un premio di maggioranza di almeno il 60% dei seggi alla coalizione vincente». Infine: «Nessuna offesa per la collega Marinella Sclocco, la mia era solo una battuta per stemperare la tensione. Sottolineo invece il ruolo fondamentale svolto dalle consigliere che hanno favorito un'ampia discussione sulla presenza delle donne in politica».

Genco, Cgil, "Politica maschilista"

Dunque il Consiglio Regionale ha bocciato l'emendamento che introduceva nella nuova Legge elettorale la possibilità di esprimere due preferenze purché espresse per candidati di sesso diverso. Amarezza trasversale tra le consigliere regionali e le rappresentanti della varie associazioni per una politica, sostengono, declinata sempre più al maschile. Alessandra Genco segretaria regionale della Cgil definisce la bocciatura "scandalosa". "La Cgil - ribadisce - è stata in prima linea nella raccolta delle firme del comitato Se non ora quando per questa iniziativa. Una iniziativa che avrebbe garantito maggiore partecipazione da parte delle donne alla vita politica". Alessandra Genco sottolinea come la politica sia maschilista, fatta dagli uomini per gli uomini e che le rappresentanti delle varie associazioni si ritroveranno assieme per discuterne.

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