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Pescara, 18/12/2025
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Data: 03/04/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il pasticcio Filovia - «Illegittimo e dannoso», gli ambientalisti bocciano il Filò

Nove pagine per riepilogare la situazione ed evidenziare in otto punti circostanziati quello che a loro avviso non funziona ovvero è illegittimo nel progetto della filovia sulla strada parco. Un attimo prima della scadenza dei termini (il 31 marzo scorso) cinque associazioni ambientaliste hanno protocollato in Regione le loro osservazioni allo studio preliminare che la Gtm ha presentato nel tentativo di ovviare all’obbligo procedurale della Via, valutazione di impatto ambientale, per il Filò. Le associazioni ambientaliste sono: Strada parco, No elettrosmog, No inquinamento, Carozzine determinate, Armatori e marinai di Pescara. In conclusione al fascicolo delle osservazioni, tutte insieme chiedono «che venga rigettato lo studio ambientale a sanatoria presentato dalla Gestione trasporti metropolitani» e invocano «l’aplicazione dell’articolo 29, comma 4, del D.L. 152/2006, disponendo la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale».
Al primo punto delle osservazioni le associazioni mettono il presunto vizio di illegittimità dal momento che, sostengono, «la Gtm ha riproposto l’identico progetto del quale era stata avviata la realizzazione», quello cioè che non era mai stato sottoposto a Via, posto tra l’altro che «la Gtm avrebbe dovuto comunque presentare lo studio di impatto ambientale al momento della richiesta del finanziamento...». Le associazioni citano sentenza del Tar di Lombardia, Liguria e Puglia e del Consiglio di Stato le quali riaffermano la natura preventiva della Via. «Con specifico riferimento all’omissione della necessaria procedura di screening, il conseguente vizio di illegittimità travolge tutti gli atti del procedimento che avrebbero dovuto essere preceduti dallo screening (approvazione del progetto, conferenza dei servizi, ecc.). Tale travolgimento peraltro non può che essere integrale».
Nel secondo punto le associazioni ambientaliste ripercorrono le vicissitudini del lungo iter («l’opera è stata finanziata nel 1995 ma solo nel 2006 si è pervenuti alla gara di appalto»). Ricordano le battaglie e le petizioni popolari con sciopero della fame e class action. Nel terzo punto si sostiene la presunta inidoneità del tracciato, «che presenta venti incroci con semafori che bloccheranno il traffico, alimentando l’inquinamento dell’aria, e presenta un modesto bacino di utenza e ha marciapiedi al di sotto delle misure regolamentari, con disagi per pedoni, passeggeri e disabili, e comporta deviazioni in più punti alla pista ciclabile». Contestato anche il danno ambientale attraverso il taglio e l’eliminazione di alberi e aiuole («abbattuti 8 palme, dieci pini e 391 metri di aiuole per far posto alle fermate»). Negli ultimi punti delle osservazioni le associazioni ambientaliste contestano le indicazioni della Gtm riguardo alla capacità di trasporto del Filò, «800 passegeri l’ora, 11mila al giorno, da dove deriva questa fantasiosa previsione?», e sostengono infine che nel suo complesso «la messa in esercizio del sistema, per le motivazioni suddette, non sarà in grado di agevolare gli spostamenti dei cittadini».

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