ROMA Dal momento che la sua «modesta decisione», dalla «portata assai limitata», della scelta dei 10 saggi lo ha nonostante tutto messo al centro di «sospetti e interpretazioni francamente sconcertanti», Giorgio Napolitano, appena finito il primo incontro al Colle con le due task force di fresca nomina, ha messo mano alle contromisure. E sul sito del Quirinale è comparsa una lunga nota tesa a liquidare la querelle accesasi sulla durata del mandato affidato alle due commissioni, per ricondurla strettamente entro il termine del suo settennato - anzi, «per essere utili, il tempo giusto è tra otto e dieci giorni» - e a fornire una giustificazione sull’assenza di donne nella compagine dei 10 saggi.
Tra le precisazioni più puntuali del Presidente quella che «è del tutto ovvio che qui non si crea nulla che possa interferire nell’attività del Parlamento, né nelle decisioni che spettano alle forze politiche. Io - sottolinea Napolitano - mi sono trovato nell’impossibilità a proseguire nella ricerca di una soluzione alla crisi di governo, data la rigidità delle posizioni delle principali forze politiche». Di qui la decisione sui saggi per «concorrere a creare condizioni più favorevoli allo sblocco di una situazione irrigidita in posizioni inconciliabili». «Questo non significa - dice ancora il capo dello Stato - che questi gruppi di lavoro indicheranno un tipo o un altro di soluzioni di governo. Indicheranno quali sono i problemi seri, urgenti e di fondo del Paese. Questioni da affrontare permettendo anche una misurazione delle divergenze e convergenze in proposito».
Nel suoi due incontri di ieri con i saggi, Napolitano spera inoltre «di aver chiarito anche la questione della durata temporale dei gruppi di lavoro: essa è segnata, intanto, dal fatto che sono gruppi che ho preso l’iniziativa di creare avendo io stesso un tempo segnato, come tutti sanno, e non pensando che siano gruppi di lavoro che scavalchino il tempo della mia presidenza».
DISPIACIUTO PER LE DONNE
Quanto all’assenza dell’altra metà del cielo tra i saggi, che terranno le loro riunioni in due sale dell’Archivio storico del Quirinale, Napolitano afferma di «comprendere il disappunto che con accenti polemici si è espresso per non aver inserito in quella rosa personalità femminili». Si dice «dispiaciuto» e aggiunge: «Me ne scuso, pur trattandosi di organismi non formalizzati e di breve durata cui ho dovuto dar vita con obbligata estrema rapidità». A differenza, viene sottolineato, di «nomine più sostanziali e di lungo periodo, come quelle per la Corte Costituzionale e il Cnel, in cui ho dato il giusto peso alla componente femminile».
Tra i saggi, il solo a dire la sua tra le polemiche di queste ore, è stato - a La Telefonata di Canale5 - Gaetano Quagliariello: «Se le commissioni volute da Napolitano saranno uno strumento per facilitare l’uscita dal vicolo cieco in cui siamo finiti, saranno una cosa buona. Se invece serviranno ad ampliare la palude, sarò il primo a denunciarlo». E contrario ad ogni dilazione dei tempi sembra essere anche il clima prevalente in Parlamento sulla scelta del nuovo capo dello Stato, tanto da gettonare la data del 18 aprile come la più probabile per la prima convocazione in seduta congiunta delle Camere dei 1007 grandi elettori per il Quirinale