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Data: 04/04/2013
Testata giornalistica: Rassegna.it
Debiti Pa: coro di no all'aumento dell'Irpef

Slitta il decreto del Governo sui pagamenti alle imprese creditrici della pubblica amministrazione. Ci sono problemi di copertura, dopo il muro di critiche all'ipotesi di un aumento dell'Irpef. Per i pensionati stimato un aggravio medio di 410 euro

E' tutto rinviato a data da stabilirsi, ma l'attesa non dovrebbe comunque essere lunga. Il consiglio dei ministri che oggi (3 aprile) avrebbe dovuto definire il testo del decreto sui debiti commerciali della Pubblica amministrazione, quello che, per intenderci, dovrebbe permettere agli enti locali di pagare le imprese creditrici e dare così una boccata di ossigeno all'economia, è saltato. Il ministro Grilli, d'accordo con Passera, ha manifestato al premier Monti la necessità di “proseguire gli approfondimenti” dopo le risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato. Il tempo in più sarebbe necessario per “problemi di copertura".

I tecnici del Tesoro hanno evidenziato la necessità di aver maggior tempo a disposizione per trovare fonti di finanziamento. Tra le ipotesi sembra perdere quota, anche di fronte alle forti critiche arrivate da più parti, quella di un aumento dell'addizionale regionale Irpef già nel 2013. Nell'ultima bozza di decreto – battono le agenzie - non ci sarebbe infatti la norma (prevista in una bozza precedente) sulla possibilità di anticipo al 2013 per l'aumento dell'aliquota addizionale Irpef per le Regioni che usano l'anticipo di cassa.

Sugli effetti di un aumento dell’Irpef regionale, in particolare per i redditi da pensione, ha messo in guardia lo Spi Cgil, che ha stimato un aggravio medio di 410 euro all’anno per 11 milioni di pensionati, ovvero 257 euro in più rispetto a quanto previsto con la precedente aliquota. “Per i pensionati – ha osservato il segretario generale Carla Cantone - sarebbe un vero e proprio colpo di grazia visto che sulla loro testa pesa ancora il pesante blocco della rivalutazione annuale e un carico fiscale di per sé già insostenibile. L’aumento dell’Irpef deve essere assolutamente scongiurato nel 2013 ma bisogna pensare anche di evitarlo nel 2014”.

Dall'Anci arriva invece una rassicurazione sui tempi di varo del provvedimento: "Il governo ci ha garantito che il decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione sarà pronto entro lunedì e che metterà a disposizione subito per Comuni e Province risorse per 7 miliardi, per i nostri soldi non ci sono problemi di copertura". Lo ha detto il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, lasciando Palazzo Chigi.

"Siamo molto soddisfatti", ha aggiunto Delrio al termine dell'incontro con il governo", precisando che "ci saranno 7 miliardi immediatamente disponibili ed è un fatto molto rilevante". Parte di queste risorse "sarà utilizzata per cofinanziare i progetti europei. Siamo felici e credo si vada nella direzione giusta. Tecnicamente, alcune parole andranno corrette, per garantire che questi pagamenti vengano effettuati il prima possibile: credo sia una vittoria di tutte le imprese, dei sindacati e dei lavoratori”. Quanto al rinvio, "sono questioni tecniche, non ci sono problemi politici. La copertura Irpef riguarda i debiti sanitari, riguarda le regioni non i Comuni".Sarebbe proprio questo, dunque, il motivo del rinvio: le coperture del debito sanitario delle Regioni in deficit e le verifiche richieste dalla Commissione europea.

Il rinvio non è piaciuto però ai partiti: “Chiederemo chiarimenti al governo nel corso delle prossime ore”, ha detto il vicepresidente della commissione speciale sugli atti di governo, il deputato del Pd Pier Paolo Baretta. “La risoluzione approvata ieri dalla Camera- aggiunge Baretta- è molto chiara e semplice e consente l'immediato varo del decreto. Non si capisce, pertanto, il rinvio da parte del governo”.

“A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina. E il rinvio sine die del Consiglio dei ministri che doveva approvare il decreto per il ripiano dei debiti della P.A. la dice lunga sulle reali intenzioni del governo", è invece il commento di Osvaldo Napoli (PdL), sindaco di Valgioie ed esponente Anci. "Monti - dice - pensava a uno strumento a lui ben noto: le tasse. Nuove e obbrobriose tasse da scaricare sui contribuenti sfiniti per trovare le risorse da girare alle imprese. La sollevazione del Parlamento e dell'Anci ha portato allo scoperto le reali intenzioni dell'esecutivo che si è trincerato dietro un diplomatico bisogno di "approfondimento" per non provocare qualche insurrezione. Domanda: come farà, un esecutivo senza la fiducia sul programma, a porre la fiducia su un decreto?”, ha concluso Napoli.

Il Tesoro e Palazzo Chigi minimizzano e si dicono "stupiti" del clamore suscitato dallo slittamento del Consiglio dei ministri di oggi e lo spiegano con motivazioni tecniche di ordinaria amministrazione. Ma, secondo quanto riporta l'agenzia Dire, le cose stanno diversamente. Una fonte spiega che l'ipotesi di anticipare l'aumento dell'addizionale Irpef era stata chiesta da quelle regioni in disavanzo preoccupate di non riuscire a restituire l'anticipo di cassa allo Stato. Questa misura una volta esclusa definitivamente dal testo, vista anche la rivolta di partiti e sindacati, ha creato un problema di copertura su cui era utile fare un approfondimento tecnico.

L'altro fronte che ha costretto il governo a temporeggiare è l'Europa. La Commissione europea, infatti, dopo aver accolto le rassicurazioni del premier Monti, il quale ha garantito che l'Italia non sforera' il tetto del 3% del deficit, ha chiesto di “esaminare” i termini del decreto in lavorazione al ministero dell'Economia.

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