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Data: 04/04/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il piano B di Berlusconi: D’Alema o Amato al Colle per dividere i democrat

ROMA Massimo D’Alema o Giuliano Amato candidati al Quirinale. Per avere sul Colle una personalità di garanzia e, effetto non secondario anzi, spaccare il Pd. Sarebbe questo lo schema su cui sta ragionando Silvio Berlusconi in queste ore con i suoi fedelissimi, dicendosi al contempo più che disponibile ad incontrare faccia a faccia Pier Luigi Bersani. Il Cavaliere avrebbe apprezzato l’apertura del segretario democratico un incontro con il “Nemico”, pur se nelle sedi proprie. Al centro dei colloqui, naturalmente, proprio la partita del Colle che si aprirà formalmente dal 18 aprile.
I NOMI

Nei desiderata del Cavaliere, come si diceva, oltre ai nomi della sua rosa (Gianni Letta, Marcello Pera, lui stesso), c’è una terna di nomi non sgraditi del campo avverso: D’Alema, appunto e Giuliano Amato appunto, ma anche Franco Marini. E se, come probabile, sarà il Pd a presentare una rosa e non il contrario, non foss’altro perché, come al tavolo di poker, la “parola” spetta ai Democratici, forti dei suoi 480 grandi elettori di partenza, è in casa del Pd che Berlusconi deve provare a rilanciare nella speranza di sparigliare e scompaginare i giochi di Bersani e dei suoi. Obiettivo, soprattutto, stoppare una volta per tutte il nome più inviso al centrodestra, quello di Romano Prodi. Morale, ieri è stato il giorno delle “colombe” pidelline pronte a volare di nuovo alte e alla ricerca di un accordo sul Quirinale come di un ammorbidimento di linea del Cav che pensa solo al voto e teme solo la discesa in campo di Matteo Renzi, che stima, ma ritenendola impossibile per giugno è sicuro di vincere (anzi: stravincere) le elezioni e dribblare così anche le sentenze che lo agitano. Sullo sfondo, infatti, c’è sempre, l’Armageddon: elezione di un Capo dello Stato sgradito e arrivo delle sentenze (diritti Mediaset su tutti) tra il 20 e il 27 aprile mentre si vota per il Quirinale.
LA DIPLOMAZIA

Ecco perché resta in piedi, per il Cavaliere, l’arma della piazza: il 13 aprile sarà a Bari, il 27 aprile a Brescia. Ma se l’istinto lo porta alla guerra, i suoi consiglieri gli consigliano prudenza e l’ex premier sa farsi dialogante e prudente, quando serve. Verdini e Alfano da una parte e Migliavacca e Letta (Enrico) dall’altra starebbero lavorando all’incontro. A ora di pranzo si diffondono pure i boatos di un incontro segreto tra lo stesso Alfano (assente alla riunione programmata dei gruppi parlamentari) e Bersani mentre una dichiarazione conciliante di Fabrizio Cicchitto sparge cauti ottimismi.
Ad oggi però, anche considerando che Berlusconi è ancora ad Arcore e non ha in programma blitz improvvisi a Roma, date fissate non ce ne sono, ma l’incontro potrebbe svolgersi entro il week-end. Quando il premier potrebbe anche, forse, far visita a Giorgio Napolitano per capire le sue reali, e ultime, intenzioni per il Colle: vuole o no ricandidarsi? Il Pdl lo appoggerebbe a spada tratta. Altrimenti, si cerca l’accordone con il Pd.
IL PARTITO

Nel frattempo, i big pidellini vanno avanti in ordine sparso. Laura Ravetto – una delle preferite facce televisive del Cavaliere, e non a caso presente ovunque, nei talk – attacca la candidatura di Prodi, «una figura divisiva mentre ci vuole una figura condivisa da tutti». L’ex ministro Maria Stella Gelmini loda le parole di Renzi e attacca Bersani che «non ha il senso del tempo». Mara Carfagna lancia l’idea della donna al Quirinale e annuncia «mi sentirei garantita da Emma Bonino» mentre Stefania Prestigiacomo continua a difendere le posizioni: «Serve un nome dell’altra parte» (quella del centrodestra, si capisce) e chiede a sua volta «una donna». Le parole della Carfagna, pronunciate a Skytg24 in serata, sollevano subito polemiche e il capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta interviene severo: «E’ solo un’opinione personale». Proprio Brunetta, alla riunione dei parlamentari disertata da Alfano, ha svelato un retroscena sulle dimissioni di Napolitano, che vi avrebbe rinunciato «per colpa di Pd e telefonate internazionali».

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