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Pescara, 18/12/2025
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Data: 05/04/2013
Testata giornalistica: Il Centro
D’Alfonso, assoluzione bis. Pescara, inchiesta urbanistica: prosciolti i costruttori

PESCARA Sono le 11.15 quando in tribunale va in scena lo stesso copione dell’11 febbraio: Luciano D’Alfonso non è in aula, come nella precedente sentenza di assoluzione vissuta in ritiro in un convento, non ci sono il pubblico e gli applausi a sottolineare il proscioglimento perché non si può assistere all’udienza ma c’è l’antagonista dell’ex sindaco, il pm Gennaro Varone, che esce dall’aula con un’altra inchiesta spazzata, con 17 persone prosciolte dal gup Gianluca Sarandrea: l’ex sindaco D’Alfonso, il suo ex braccio destro Guido Dezio e tanti imprenditori come Lorenzo Di Properzio, Michele D’Andrea, Giuseppe Di Vincenzo, Franco Lamante, Enio Chiavaroli accanto ai consiglieri Licio Di Biase, Vincenzo Dogali e Giuseppe Bruno. D’Alfonso, ieri come allora, tace al telefono dopo la giornata di ieri che ha sancito la sua l’estraneità dall’inchiesta in cui era accusato di corruzione e concussione. Un altro proscioglimento. Ha preso le sembianze di una partita quella che da tre mesi, nel momento in cui le inchieste che hanno coinvolto l’ex sindaco sono arrivate al capolino, oppone D’Alfonso a Varone, il politico al magistrato. Prima l’inchiesta Housework che ha detto che l’ex sindaco non ha preso tangenti e, ieri, quella remota, retaggio di un’indagine del 2006 che ha detto, stavolta alla fine dell’udienza preliminare, che D’Alfonso non deve andare a processo perché il «fatto non sussiste», non ci sono prove. Così, in meno due mesi, D’Alfonso prima è stato scagionato dall’aver preso tangenti dagli imprenditori e, adesso, è stato prosciolto nella vicenda incentrata su un giro di soldi e 22 accordi di programma, succo dell’inchiesta che appunto si chiamava Urbanistica: una decisione che probabilmente Varone impugnerà. A processo, quello che inizierà il 31 ottobre, andranno il geometra del Comune Paolo Marotta rinviato a giudizio solo per un capo d’imputazione, corruzione per un atto d’ufficio, e l’imprenditore Aldo Primavera che se è stato prosciolto per gli altri capi andrà a giudizio per istigazione alla corruzione: Primavera, il costruttore arrabbiato, quello che si era visto bocciare i progetti e che al telefono si sfogò dicendo «con i grandi costruttori fila tutto liscio, con noi piccoli finisce sempre male». Un piccolo accusatore che si espresse così: «Per anni ho pagato tutti e qui non si sblocca nulla». Primavera si ritrova adesso ad andare a processo perché, per l’accusa, avrebbe «offerto al consigliere comunale Fausto Di Nisio (non indagato, ndr) 30 mila euro per ottenere il suo voto nell’accordo di programma in via Scarfoglio». Accordi di programma regolari. L’Urbanistica è la prima bufera che ha coinvolto il sindaco di centrosinistra facendo emergere un sistema di interessi creata per pilotare 22 accordi di programma. C’era la corruzione, per il primo pool che aprì il fascicolo – quello formato da Pietro Mennini, Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli – e poi passato a Varone. Corruzione perché, per il pm, gli accordi di programma come il Parco Florida e alcune zone della Pineta sarebbero stati approvati dietro tangenti o comprando i voti dei consiglieri con l’ex sindaco a «chiedere» e una serie di fiduciari come Dezio, il «collettore di denaro», a ricevere. Capi di imputazione, come la lista Dezio, che la sentenza di ieri ha annullato e che nel corso degli anni sono scivolati nella seconda grande inchiesta – anche in questo caso un flop con 25 assolti – che si è concentrata in particolare sui grandi appalti. Se per questa, quella chiamata Housework, la sentenza dell’11 febbraio aveva sancito, per ora, la correttezza di D’Alfonso, la nuova decisione del gup aggiunge che la città è cresciuta senza irregolarità. Ieri mattina, come nella prima sentenza, a festeggiare sono stati ancora gli avvocati: Giuliano Milia (per D’Alfonso e altri), Augusto La Morgia (Alessandro Di Carlo e Alfio Sciarra), Marco Spagnuolo (Dezio), Vincenzo Di Girolamo (Nicandro Buono) e Barbara D’Angelosante (Licio Di Biase e altri).

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