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Pescara, 18/12/2025
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Data: 06/04/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Fondi europei a rischio. «Programmazione al palo». E' il grido d'allarme lanciato dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil

PESCARA A rischio i fondi europei destinati all'Abruzzo. E' il grido d'allarme lanciato dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, che denunciano ritardi nell'elaborazione della nuova programmazione 2014-2020 e difficoltà nella spesa legata alla programmazione ancora in corso. In entrambi i casi il riferimento è ai Fondi di sviluppo e coesione, ai Fondi europei di sviluppo regionale e ai Fondi sociali europei, ma anche al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. In tempi di crisi, con le entrate statali ridotte al lumicino e le casse pubbliche sempre più vuote, le risorse europee costituiscono l'unico tesoretto al quale attingere per dare impulso all'economia del territorio. Proprio per questo è essenziale spendere tanto e soprattutto spendere bene. Tuttavia, per raggiungere tali obiettivi, occorrono competenze e progettualità, che secondo i sindacati non sono adeguatamente valorizzate dalla Regione: la paralisi della programmazione e il rallentamento della spesa deriverebbero infatti dalla carenza di governance amministrativa e da una pessima organizzazione del personale. Aspetti che chiamano direttamente in causa l'assessorato alle Risorse umane, guidato da Federica Carpineta. «Noi ci siamo assunti le nostre responsabilità, accettando un accordo nel segno della flessibilità e della mobilità del personale - punta il dito il numero uno della Cisl abruzzese, Maurizio Spina, facendo riferimento all'intesa sulla riorganizzazione del personale -. La Regione invece ha disatteso gli impegni, ci sono assessorati stracolmi di personale ed altri sotto organico, lavoratori privati delle mansioni originarie che non sanno cosa fare e intanto manca chi si occupa dei rendiconti e della programmazione». Nelle stanze della Regione sono al lavoro 106 dirigenti e 1.541 dipendenti (compresi i precari), ma si segnalano carenze per 56 unità negli uffici e per 14 unità nei servizi. La ricetta dei sindacati è piuttosto chiara e non passa per nuove assunzioni, che le casse pubbliche non potrebbero sostenere, ma per un'efficace riorganizzazione del personale e per un'incisiva attività di formazione dei dipendenti. Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro urgente al presidente Chiodi. «Occorre un piano strategico per la programmazione dei fondi europei - conclude Spina -. Siamo in ritardo, e già a gennaio dovremo iniziare a spendere le nuove risorse».

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