PESCARA La programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 viaggia con il freno a mano tirato, denunciano i sindacati. E se le cose non vanno è soprattutto colpa di una cattiva organizzazione della macchina regionale, vale a dire di quella riforma della pubblica amministrazione concordata nel 2012 con l'assessore Federica Carpineta e mai decollata.
Lavoro, sanità, sociale e programmazione: sono questi i settori strategici che soffrono.
Ma Cgil, Cisl e Uil denunciano anche un rallentamento nella spesa delle risorse europee già assegnate: vedi fondi Fas e Fers.
Una situazione di stallo che ha spinto la Cisl Abruzzo a scrivere al governatore Gianni Chiodi per sollecitare un immediato cambio di rotta. Per il segretario Maurizio Spina non è più sostenibile che alla difficile congiuntura internazionale si sommi l'assenza di una governance: «Nessuno sta predisponendo il piano strategico per i fondi comunitari, le direzioni degli uffici sono senza un coordinamento e la Regione non può trasformarsi in ente gestore ma limitarsi al ruolo di programmazione». Il segretario regionale della Cisl vede poi avvicinarsi un'altra minaccia: «Fra quattro o cinque mesi saremo in piena campagna elettorale. Il rischio che corriamo è di vedere aggravati i problemi di oggi, con assessorati pieni di personale e altre vuoti».
Anche per il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare non si tratta più di un problema di numeri ma di come viene distribuito il personale della Regione nella pianta organica: «Non è possibile che ci siano 491 addetti nel settore dell'agricoltura e solo 91 nella sanità».
RISORSE
Tabelle alla mano, le tre organizzazioni sindacali hanno messo in luce i nervi scoperti: 56 sedi vacanti del capoufficio su 1.541 dipendenti, in settori che vanno dal turismo alle politiche sociali, alla sanità, al ciclo idrico integrato, alla programmazione e alle politiche del territorio. Ma è soprattutto sulla gestione delle risorse comunitarie che si focalizza l'attenzione dei sindacati, come ribadisce la portavoce di Cgil, Cisl e Uil, Rita Candeloro: «La situazione sociale e occupazionale è nota a tutti. Le risorse dei fondi strutturali sono fondamentali per fare ripartire la crescita nella nostra regione e dal gennaio 2014 bisogna già iniziare a spandere quei soldi».