Ancora date, impegni, mezze verità e mezze bugie, rimpalli di responsabilità. Fin quando dal coro stonato della Sala dei Marmi della Provincia non irrompe una voce, poi due, poi tante: «Avete umiliato 70 anni del nostro lavoro. Vergognatevi». Fanno un po’ di fatica i funzionari della Digos e gli agenti della polizia per tenere a freno le intemperanza di chi non può andare in mare da oltre un anno per guadagnarsi la giornata. Poi torna la calma, ed ecco finalmente le ultime notizie sulla grottesca vicenda del dragaggio del porto. Il primo ad impugnare il microfono è il prefetto D’Antuono: «Ho parlato questa mattina con il responsabile del Provveditorato delle opere pubbliche, Carlea. C’era il problema delle contro analisi dei fanghi che erano state affidate all’Arta. Lunedì arriverà la relazione e la Sidra otterrà il via libera per l’inizio dei lavori».
E qui la prima puntualizzazione dell’Arta, che nega ritardi da parte sua nella contro analisi dei fanghi, informando per voce del direttore Mario Amicone che si è lavorato senza sosta, anche nei giorni festivi, per completare la caratterizzazione dei fanghi. Analisi che avrebbero confermato al 99% quelle effettuate dalla Sidra, con la possibilità quindi di stoccare gran parte del materiale dragato nella vasca di colmata. Occhi puntati tutti sulla società che ha avuto in appalto i lavori, a quel punto, per capire con quali tempi e con quali modalità si procederà per liberare il canale e la darsena da 200.000 metri cubi di sabbia e fango. La riposta è arrivata dal direttore dei lavori, l’ingegnere Carlo Alberto Marconi: «Entro il 15 aprile sarà completato l’intervento nella canaletta centrale, con il prelievo dei primi 25.000 metri cubi. Poi si proseguirà all’interno del porto canale e nella darsena commerciale». Marconi ha anche confermato che, come da capitolato d’appalto, l’intervento di dragaggio dovrà essere ultimato entro 85 giorni dall’inizio dei lavori, aggiungendo che saranno prelevati 1.400 metri cubi di sabbia al giorno. E qui i conti non tornano, come hanno fatto osservare il rappresentante della Marineria, Mimmo Grosso; il presidente della Camera di commercio, Daniele Becci; l'imprenditore Sabatino Di Properzio e tanti altri operatori del porto. Perché secondo questo crono programma si andrebbe ad ultimare i lavori in autunno e non nel mese di giugno, come era stato promesso dalle autorità. A questo si aggiunge un altro dramma sul quale si sono soffermati il presidente dell’Unione industriale di Pescara, Enrico Marramiero e l’assessore regionale Mauro Febbo: il 15 aprile scadrà la cassa integrazione in deroga per molti lavoratori del porto ed è da escludere che Bruxelles possa concedere nuove deroghe. I marinai avvertono: la prossima sarà una manifestazione eclatante.