ROMA I suoi amici lo chiamano il «Lupo marsicano» in omaggio alle sue origini abruzzesi e per la sua tendenza a starsene nell’ombra, «ma nessuno come lui riesce a vedere chiaramente l’evoluzione naturale delle cose» racconta l’ex ministro Dc Enzo Scotti, che lo scoprì quando era un ragazzo. Ha appena compiuto 80 anni il 9 aprile scorso, Franco Marini, nato da una famiglia modesta e numerosa a San Pio delle Camere. Da quel paesino in provincia dell’Aquila è partito a vent’anni per Harvard dove si è laureato in Giurisprudenza. Iscritto alla Democrazia Cristiana dal 1950, i suoi maestri sono sempre state le personalità di spicco del partito. Così, fu Carlo Donat-Cattin a volerlo come successore alla guida della corrente «Forze Nuove» e dopo essere stato segretario della Cisl dal 1985 al 1991, fu Giulio Andreotti a decidere il suo debutto in politica, nominandolo ministro del Lavoro nel suo ultimo governo. Da quel momento, la politica è stato il suo lavoro e la sua passione insieme all’alpinismo e il ciclismo, i suoi sport preferiti. Non è un uomo che cambia facilmente idea. Dal 1965 era sposato con Luisa D’Orazi, medico bolognese, deceduta nel 2012 e ha un figlio, Davide, ingegnere. All’indomani della dissoluzione politico-giudiziaria della Dc travolta da tangentopoli, Franco Marini è stato di fatto uno dei costruttori del Ppi di cui è stato segretario nel 1997. Da presidente è stato tra i primi a rompere il tabù e ad aderire al progetto dell’Ulivo di Romano Prodi, proteggendo però l’individualità del partito. Nel 2006 entra in Senato e il 29 aprile dello stesso anno ne diventa presidente. Nel 2002, eccolo di nuovo a costruire un nuovo partito, quello della Margherita di cui diventa fin da subito uno degli uomini forti. Nel 2008 pur diffidente verso il progetto del Partito Democratico, Marini figura tra i fondatori. Per anni è rimasto il principale referente della corrente dei Popolari di matrice cristiano sociale nel Pd. Ma alle ultime Politiche quelle del febbraio scorso, non viene rieletto al Senato. «Io il mare l’ho visto per la prima volta durante una gita dell’Azione Cattolica a Silvi Marina. Sono stato a Roma per la prima volta con un viaggio organizzato dai “baschi verdi” cattolici. Il primo calcio al pallone l’ho dato in oratorio. I primi corteggiamenti li ho fatti nella mia parrocchia, Come potevo non essere democristiano?».