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Data: 20/04/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi da Monti, sale la Cancellieri. L’esultanza del centrodestra per il flop di Prodi. Il premier al lavoro per convincere Pd e Pdl a votare il ministro

ROMA Quando passa la soglia dei 300 voti già si capisce che Prodi va sotto e che gli mancano troppi voti. I parlamentari del centrodestra che avevano disertato il voto, rientrati in aula per assistere allo scrutinio, esultano. Il "nemico" Romano Prodi l'hanno fatto fuori gli avversari, non c'è più bisogno di mettere i sacchetti di sabbia e imbastire le annunciate proteste di piazza, si torna a offrire il dialogo al Pd e a Monti. Berlusconi va a Palazzo Chigi a tarda sera per incontrare il leader di Scelta Civica e trovare una via d'uscita. Il Pdl guarda dalla finestra il dramma che si consuma nel Pd ma deve anche trovare una nuova strategia. Dopo la soddisfazione per l'esito del voto le accuse contro Bersani sono senza sconti. «Una figura indecente, irresponsabile: le correnti si stanno dilaniando. Questo è il risultato che si ottiene quando si vuole trasformare la più alta carica dello Stato in un congresso di partito». «Prodi resti in Mali, visto che Marini aveva preso 521 voti» dicono in Transatlantico nei capannelli, pensando che alla quarta votazione con il quorum più basso, l'ex sindacalista sarebbe passato e oggi avremmo un presidente della Repubblica. E invece del successore di Napolitano per ora neppure un' idea. Torna in pista la Cancellieri? E’ più di un'ipotesi, una candidata condivisibile per il capogruppo Brunetta che durante la votazione ha usato parole durissime contro il Pd. «Bersani non è neppure un comunista alla vecchia maniera, almeno quelli la parola la rispettavano e invece stiamo assistendo a un gioioso tentativo di colpo di Stato, con un candidato di parte e che divide il Paese». Ancora una volta si discute anche dei due nomi da subito più graditi al Pdl come D'Alema e Amato, che a maggioranza assoluta e non più dei due terzi, potrebbero passare. La sponda di Monti servirebbe in ogni caso perché se il partito di maggioranza relativa non riesce a far passare un suo nome bisogna correre ai ripari. Tornare in ginocchio da Napolitano per chiedergli di restare ancora per poco a gestire lo sfacelo è l'altra ipotesi estrema suggerita dal Pd ma che potrebbe essere presa in considerazione anche dal centrodestra. Già rifiutata dal Presidente uscente in maniera categorica, ieri l'ha riproposta Sandro Bondi: «Di fronte alla gravità inimmaginabile di ciò che sta accadendo a questo punto prima del precipizio finale, non solo per il Pd ma per l'Italia, gli chiediamo di restare». Ma dal Colle arriva anche il suggerimento di un altro ministro, quello alla Giustizia Paola Severino, nome fuori quota circolato nei primi giorni e non sgradito al centrodestra, con un curriculum adatto e che al Quirinale potrebbe non sfigurare. Questa mattina, prima che cominci la quinta votazione nuova riunione dei gruppi parlamentari. Quasi certamente l''indicazione sarà quello della scheda bianca. Mario Monti oggi vorrebbe mettere intorno a un tavolo Berlusconi e Bersani per offrire la mediazione sul nome del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Ieri Lega e Pdl non si sono fidate e per questo hanno fatto scattare l'Aventino. «Una cosa gravissima, dal 1948 a oggi non era mai successo» accusavano dal Pd. Uno stratagemma «per capire quanto tengono le truppe di Scelta Civica di fronte a Prodi» spiegava Gasparri, «domani vedremo». Domani è oggi, ma la giornata sarà di sicuro completamente diversa.

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