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Data: 21/04/2013
Testata giornalistica: Il Centro
In piazza si invoca Rodotà, insulti al Pd. Centinaia di persone invadono il centro con bandiere e slogan. Cori di «Vergogna, vergogna»

ROMA Alcuni di loro invocano il nome di Stefano Rodotà da tre giorni, da quando è iniziata la votazione per il Presidente della Repubblica. Alle 17 di ieri erano circa un centinaio, poi sono diventate molte di più, hanno bloccato via del Corso. Per lo più cittadini di centrosinistra. Dietro le balaustre che non permettono di accedere al Parlamento, attendono di sapere chi andrà al Colle. Sventolano bandiere con su scritto: «Basta bla bla bla, vogliamo Rodotà». Al megafono intonano i loro slogan: «Non vogliamo Napolitano»; «Vergogna, vergogna»; «Mafiosi». Mentre gridano, puntano il dito verso il palazzo di Montecitorio. «Questo gesto – spiega Fabio Bordoluzzi, informatico di 35 anni – vuol dire che vogliamo che in Parlamento vadano rappresentanti scelti da noi». I manifestanti sanno che sta per arrivare Beppe Grillo. «Ma noi siamo qui a prescindere, siamo arrivati molto prima», precisa Nunziata Monello. Avvocato, è in piazza dalle 15. «Da sempre voto a sinistra, ma ora il Pd non lo voto più», dice mentre stringe il cartello dove ha scritto con un pennarello nero il nome di Rodotà. Accanto a lei c’è una signora che si chiama Noemi (non vuole dire il cognome). Lavora in una mensa scolastica e con i suoi 600 euro al mese mantiene il marito disoccupato e il figlio: «Abbiamo pure un mutuo, i politici mica lo sanno come tiriamo avanti. Sono qui per dire no al grande inciucio, scrivetelo a lettere cubitali sui giornali che qui è uno schifo e che invece di andare avanti andiamo indietro per colpa loro: la situazione è peggio di sei mesi fa». Rincara la dose Antonio Calanni, un impiegato: «Vengo da Palermo e questi politici che non si fanno vedere perché escono dal retro mi ricordano quei politici che ai funerali di Falcone e Borsellino si nascondevano». Qualcuno dalla piazza chiede se lo scrutinio sia finito. Un giornalista risponde che ancora è presto per avere un nome ma che quasi sicuramente si tratterà di Giorgio Napolitano. Immediatamente si alza il coro: «Rodotà, Rodotà, Rodotà». Lucia Pacchelli, 36 anni, avvocato, è in prima fila. «Perché sono qui? – spiega - più che a presidiare sono venuta a portare il mio sdegno contro quello che ha fatto Pierluigi Bersani. E dire che in lui credevo. Io voto Pd da quando ho 18 anni, ma se dovessi votare ora forse sceglierei il Movimento Cinque Stelle». E intanto cresce l’attesa per Grillo, le forze dell’ordine rafforzano il presidio intorno al Palazzo.

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