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Data: 21/04/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il filobus e il pasticcio della Via. Acerbo chiede le dimissioni di Sorgi

Il caso-filovia va verso l'archiviazione sui binari penali, ma la battaglia continua su quelli amministrativi e politici. Rifondazione Comunista non frena, anzi chiede le dimissioni di Antonio Sorgi, a capo del comitato regionale di Valutazione di Impatto Ambientale. Lo fa partendo proprio dalla richiesta d'archiviazione del pm D'Agostino. Sembra un paradosso, ma non lo è. «Il fatto che la Pm ritenga non ci siano prove non significa che le procedure siano state regolari - premette Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc -. Quanto denunciato da me, comitati e associazioni in relazione al mancato assoggettamento del progetto alle procedure di valutazione di impatto ambientale previste dall'ordinamento nazionale e comunitario è stato confermato dai periti della Procura e dal pubblico ministero». La richiesta di archiviazione per 8 indagati, tra cui Sorgi e il presidente della Gtm Russo, è motivata dal fatto che «non sono stati acquisiti elementi probatori per ritenere che i soggetti che hanno rivestito qualifiche pubblicistiche nell'ambito del procedimento siano stati animati da finalità collusive e dall'intento di favorire gli interessi privati» e «non si ravvisano condotte penalmente rilevanti». Acerbo, pur confidando in un supplemento di riflessione da parte del gip, riaccende i fari sulla correttezza amministrativa. Cita alcuni passaggi della richiesta di archiviazione: «Evidenti irregolarità rilevate sia nel corso del procedimento per la (esclusione) dell'opera dalla preliminare verifica ai fini della valutazione di impatto ambientale..». Dubbi anche sulla decisione del comitato Via che a luglio 2012 aveva messo in mora la Gtm dall'installare i magnetini in attesa del verdetto dell'Unione Europea. «La scelta di soprassedere temporaneamente alla posa in opera dei magneti (...) proseguendo peraltro nella esecuzione delle altre opere (...) appare non compatibile con la normativa in materia di impatto ambientale..». Tanto basta a spostare la battaglia sui tavoli politici. «Riteniamo atto dovuto le dimissioni del direttore Sorgi per restituire credibilità al comitato Via. Presenterò un'interrogazione a Chiodi e a Morra», dice Acerbo. Ma è battaglia annunciata anche sui binari della giustizia amministrativa, di fronte a un'eventuale Via in sanatoria. Il comitato Via dovrà esprimersi tra qualche settimana. «Nutro dubbi sulla legittimità di una Via in sanatoria. Se sia legittima o meno dovranno stabilirlo il Tar e il Consiglio di Stato», avverte Acerbo. «Non sono stati ravvisati elementi di natura penale - premette Michele Russo, presidente Gtm -. Se problemi ci sono stati all'epoca sulla questione della valutazione di impatto ambientale è stato di terminologia: che l'opera fosse o meno a guida vincolata. Nella realtà dei fatti è chiaro che la filovia non è a guida vincolata a differenza di tranvie o funivie che vanno sottoposte a Via avendo carattere di pericolosità. Ancor meno la filovia di Pescara, che ha un grado di mobilità laterale e doppio sistema di trazione. I magnetini, più che vincolo, sono elemento di sicurezza in più». In attesa del nuovo pronunciamento del comitato Via, Russo chiede: «Che impatto ambientale può avere una filovia sul sedime di un ex tracciato ferroviario?».

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