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Data: 21/04/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Filovia. La richiesta di archiviazione per Russo e gli altri indagati lascia in sospeso diverse questioni. (Guarda il servizio - Rete8)

Il pm: «Reati penali no, anomalie sì». Intercettazione ambigua: «Se l’avvocato sa della Via in Francia, sono guai»

La richiesta di archiviazione dai reati penali per Michele Russo e gli altri indagati dalla pm Valentina D'Agostino riapre piuttosto che chiudere il caso-filovia. Le carte che il magistrato ha consegnato al termine delle indagini preliminari, infatti, contengono due valutazioni: sul piano penale, la D'Agostino afferma che «non vi sono elementi probatori che confermino i reati», ma nel contempo si dice senza mezzi termini che «sono state riscontrate alcune anomalie nelle procedure seguite dai soggetti indagati in particolare per quanto riguarda lo studio per la valutazione d'impatto ambientale». Nel dettaglio, la pm solleva più di un dubbio sulla trasparenza di rapporti fra il presidente della Gtm (stazione appaltante), il Rup Pierdomenico Fabiani, il direttore dei lavori Tino Taraborrelli, il responsabile della Balfour Beatty (ditta appaltatrice) Lucio Zecchini e della Vossloh Maurizio Bottari, e il dirigente della Regione Antonio Sorgi che, in qualità di presidente del comitato Via era il classico controllore che doveva vigilare sull'operato del controllato (Gtm e Balfour Beatty). Dalle intercettazioni e anche dalle 20 cartelle di indagini presentate dal magistrato emerge, invece, che le telefonate fra i soggetti coinvolti testimoniano una commistione e confusione di ruoli che non aiutano certo a fare chiarezza. Come quella in cui i protagonisti della vicenda si premurano di concordare una versione da riferire all'avvocato della Regione Stefania Valeri, componente del comitato: «Se l'avvocato sa che in Francia, per lo stesso progetto, hanno dovuto fare la Via in fase preliminare, è un guaio». Tutto questo ha spinto il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo a tornare all'attacco con un'interrogazione alla Regione che prende di mira soprattutto Sorgi, del quale chiede nuovamente le dimissioni, senza tralasciare le responsabilità politiche bipartisan, comprese quelle del centrosinistra con Donato Renzetti che era il presidente della Gtm nel 2008 quando l'appalto fu assegnato. La partita, secondo Acerbo, è ancora aperta sia sul fronte penale («presenteremo altri documenti nei prossimi giorni») sia sul fronte amministrativo e tecnico. Perché Russo, una volta ottenuta l'archviazione, è convinto di avere l'ok dal comitato regionale Via, a metà maggio, per riaprire il cantiere della filovia, sospeso dal 24 ottobre. Per l'esponente di opposizione e per i leader dei comitati Utenti strada-parco e No filovia, le cose stanno in maniera ben diversa: loro non sono sicuri che il Gip Gianluca Sarandrea archivierà l'inchiesta senza colpo ferire proprio in virtù delle sottolineature fatte dalla pm D'Agostino sulle anomalie nell'iter dello screening di Via. A parte gli scontati ricorsi al Tar di Wwf e comitati se la Regione dovesse dare ragione alla Gtm sulla inesistenza di impatto ambientale del progetto filovia, e dunque concedere la possibilità di fare la Via in sanatoria (non prevista dalle leggi nazionale e comunitaria) dietro l'angolo c'è sempre lo spettro dell'Unione europea che potrebbe dare seguito alla procedura d'infrazione ai danni della Gtm, una stangata da 10 milioni di euro.

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