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Data: 26/04/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
La crisi del tpl - Amt ai privati, parla Doria "Facciamo un referendum"

Il sindaco prova a uscire dalla situazione di impasse sul futuro di un'azienda sempre più in difficoltà. Dopo l'ennesima battaglia in consiglio comunale, una proposta inedita. E destinata ad alimentare nuove polemiche

SINDACATI e lavoratori hanno già urlato in consiglio comunale il loro no alla privatizzazione dell'Amt, ma ad esprimersi su questo tema potrebbero essere chiamati tutti i cittadini genovesi, con un referendum. L'ipotesi non viene esclusa dal sindaco Marco Doria.

"Il tema della privatizzazione dovrà vedere la partecipazione del consiglio comunale, dei lavoratori e dei cittadini in modo chiaro e ampio sono state le parole del sindaco - un referendum? Potrebbe anche non essere da escludere. Di certo dovrà esserci una decisione larga, partecipata e diffusa. Ad oggi comunque non è stata presa alcuna decisione, la priorità è quella di tenere in piedi l'azienda".

Ed è stato proprio questo l'argomento usato dal sindaco martedì in consiglio comunale per riportare la calma tra i lavoratori che hanno assediato l'aula di Palazzo Tursi urlando insulti contro il capogruppo del Pd Simone Farello, identificato come il principale sostenitore di un'Amt privata. Già in Consiglio Doria aveva spiegato che "bisogna prima sistemare i conti, in modo da mettere il Comune in condizione di sostenere un'Amt pubblica, poi si potrà discutere" e ieri ha chiarito che questa discussione dovrà essere il più ampia possibile, coinvolgendo eventualmente anche tutti i cittadini.

I lavoratori, scottati dall'esperienza dei francesi di Transdev, hanno già detto chiaramente cosa ne pensano e lo stop alla privatizzazione viene invocato anche dal segretario generale della Camera del Lavoro, Ivano Bosco, che ha firmato una nota nella quale giudica "fuori luogo individuare capri espiatori e personalizzare le responsabilità ", come è avvenuto l'altro ieri in consiglio comuna-le, ma allo stesso tempo ribadisce "la contrarietà che la soluzione proposta dall'azienda e fatta propria dal Comune vada ad incidere soltanto sui lavoratori, sulla qualità del servizio ai cittadini e le tariffe", ma soprattutto afferma con forza che il confronto "deve poter continuare e portare ad una conclusione condivisa e duratura che escluda la privatizzazione".

L'ipotesi era già stata avanzata con la delibera varata dal consiglio comunale lo scorso luglio, quando è stato stabilito che dovranno essere valutate tutte le opportunità per salvare l'azienda e soprattutto per metterla in condizione di effettuare gli investimenti necessari a rinnovare il parco mezzi, oggi sempre più vecchio, visto che l'età media dei bus genovesi supera i 13 anni contro i 7 di media dei mezzi europei. Da allora non sono stati fatti passi avanti nella ricerca di un partner privato, ma i conti nel frattempo sono precipitati, sono finiti i fondi per la cassa integrazione in deroga e l'azienda si è trovata con un capitale sociale ridotto a sette milioni di euro e la necessità di recuperare in fretta tredici milioni entro la fine del 2012, di cui cinque tramite tagli sui costi strutturali, altri otto attraverso
interventi sul costo del lavoro.

E si è tornato a parlare di privatizzazione, scatenando le ire e le preoccupazioni dei lavoratori. L'intervento del sindaco è riuscito a riportare la calma e ieri mattina in azienda è ripreso il confronto tra i vertici di Amt e i sindacati, Filt-Cgil, Fit-Cisl,
Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl. Al centro del confronto resta la necessità di arrivare a coprire ancora 700.000 euro che mancano per arrivare agli otto milioni e anche una diversa soluzione per i tagli del 2,3% alla retribuzione dei lavoratori, che andranno ad incidere per 72 euro lordi al mese, 40 netti, sul dipendente medio per dieci mensilità.

"Stiamo lavorando per vedere se questi prelievi possano essere applicati sulle indennità accessorie e sui premi invece che sullo stipendio - spiega Andrea Gamba, della Filt-Cgil in modo da non incidere sulla pensione". Per coprire i 700.000 euro mancanti invece si ipotizza di rinviare al 2015 uno o due giorni di ferie per ogni dipendente. Il confronto è stato comunque aggiornato e le parti torneranno ad incontrarsi domani pomeriggio.

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