ROMA È ancora l’Imu, la tassa più odiata dagli italiani, al centro dei colloqui per la formazione del nuovo governo Letta. Tutti ne chiedono, a cominciare dallo stesso premier incaricato, se non l’abolizione almeno una consistente modifica. Partendo dalla proposta del Pdl in campagna elettorale, e che oggi il partito di Silvio Berlusconi rilancia, di restituire ai contribuenti quella pagata sulla prima casa nel 2012 e di abolirla per l’anno in corso, tutte le sfumature intermedie sono in pista. Tra le ipotesi più concretamente sul tavolo, c’è quella del Pd che punta ad aumentare, dal 2013 in poi, il tetto all’esenzione dai 200 euro attuali (più 50 euro a figlio fino a un massimo di quattro figli) a 500 euro. L’obiettivo dei democrat è di escludere l’80% delle prime case. Inoltre, il Pd propone un ampliamento dell’esenzione anche per capannoni industriali, negozi e uffici delle piccole-medie imprese.
LA COPERTURA
L’Imu non è amata ma sostituirla non è semplice. In ballo, infatti, c’è la tenuta dei conti pubblici tanto che nel Documento di economia e finanza (Def) l’imposta è stata appena confermata a tempo indeterminato e cioè fino a quando una legge non deciderà diversamente. Il prelievo sugli immobili ha portato nelle casse pubbliche quasi 24 miliardi (23,7) nel 2012 secondo il calcolo più aggiornato pubblicato dal Dipartimento delle Finanze. All’interno di questa macro-cifra, 4 miliardi (639 milioni solo a Roma) sono arrivati dalla prima casa.
L’esborso si sarebbe fermato a 3,4 miliardi se alcuni comuni non avessero incrementato l’aliquota. Restituire l’Imu 2012 e abolirla per il 2013 comporterebbe dunque un buco nel gettito di 8 miliardi. Nulla in contrario, ha osservato la Banca d’Italia pochi giorni fa, ma allora occorrerà sostituirla con una tassa equivalente per evitare di compromettere il pareggio di bilancio.
LE CIFRE
Fratelli d’Italia e Socialisti italiani hanno rilanciato l’ipotesi di restituire l’Imu 2012 con l’emissione di titoli di Stato a 10 anni, quindi aumentando il debito, e di reperire le risorse per il 2013 dagli interessi che Montepaschi dovrà pagare allo Stato in restituzione del prestito di 4 miliardi ottenuto nell’operazione di salvataggio (circa 400 milioni l’anno).
La proposta avanzata dal Pd avrebbe invece un costo più contenuto, che non dovrebbe superare i 2 miliardi e forse collocarsi sotto questa cifra a seconda di come si articolerà. Gli immobili prima casa, infatti, sono 19,2 milioni. Sono rimaste esentate dall’Imu 4,6 milioni di abitazioni che corrispondono a 6,8 milioni di contribuenti. Questo divario è dovuto al fatto che molte abitazioni sono co-intestate (marito e moglie, più figli eredi, residenti all’estero e via dicendo). «È più realistico - spiega il pd Pier Paolo Baretta, vice presidente della commissione speciale della Camera - basare i conti sul numero degli immobili, visto che si tratta di una patrimoniale. Portando l’esenzione a 500 euro - aggiunge - dal momento che il calcolo dell’Imu è sul valore catastale e non su quello commerciale dell’immobile, pagherebbe l’imposta solo chi ha un rilevante patrimonio».
Esentare l’80% delle case (o delle famiglie) significa lasciare fuori 15,36 milioni di abitazioni, il triplo della quota attuale di 4,6 milioni. Se poi si guarda alle fasce di versamento dell’imposta, sopra i 400 euro è interessato il 15% dei contribuenti che ha pagato il 46% dell’Imu e cioè 1,85 miliardi. Il 78% dei contribuenti è concentrato nella fascia fino a 300 euro (tutti potenziali beneficiari dell’elevamento della soglia a 500 euro) che vale quasi 1 miliardo nel suo insieme. La metà del gettito è concentrato entro i 400 euro di versamento. Una cifra entro cui rientra l’85% dei contribuenti italiani. Per questo è ipotizzabile un costo per l’erario della proposta Pd di circa 2 miliardi che aumenterebbe se si allargasse lo sconto di 500 euro anche alle Pmi.