PESCARA Il Gattopardo è sempre con noi. Vivissimo e vegeto. Cambiare tutto per non cambiare nulla e soprattutto approfittare del cavillo legislativo per riportare immediatamente lo stipendio del supermanager al top, specie se è reduce da una sforbiciatina. E’ andata così: a gennaio 2011 la Regione Abruzzo, nell'ambito dell'ormai cronica crisi che investe il settore del trasporto pubblico locale oltre a una raffica di tagli su servizi e spesa mette mano anche ai compensi di direttori e dirigenti di Arpa, Gtm e Sangritana: per il triennio 2011- 2013 meno 5% per la parte eccedente i 90mila euro annui e meno 10% per la parte eccedente i 150mila euro annui. E’ la legge 1/2011. Molto bene, applausi a scena aperta.
Adesso viene il bello: prendendo spunto da una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità di una Legge nazionale analoga avente la stessa finalità, i dirigenti di cui sopra si sono sostanzialmente riappropriati dei tagli loro inflitti e per lo più con effetto retroattivo. La legge è legge: dunque va rigorosamente applicata. Il particolare abbastanza fastidioso è stato denunciato dai sindacalisti della Filt Cgil Abruzzo che, spiega Franco Rolandi, «intende andare comunque a fondo. Il sindacato regionale della Cgil trasporti provvederà da subito infatti, ad informare immediatamente tutti i gruppi consiliari della Regione Abruzzo che pur avendo votato all'unanimità un provvedimento, sono stati di fatto scavalcati e smentiti». Aspre critiche anche da Federconsumatori che si è detta «costernata ed allibita», dopo aver appreso dei possibili aumenti di stipendio. «In una fase in cui cresce la disperazione tra i cittadini è sinceramente incredibile che alcuni 'Boiardì di Stato (o di Regione, non cambia), possano aumentarsi in totale autonomia il loro stipendio. Ai cittadini e lavoratori si chiedono sacrifici, ai dirigenti si offrono quei sacrifici».