Enrico Letta dovrebbe sciogliere la riserva sabato e dunque giurare immediatamente dopo nelle mani di Giorgio Napolitano: «Sono determinato a chiudere domani», ha commentato venerdì sera dopo un incontro con Alfano e Gianni Letta. Il presidente del consiglio incaricato dedicherebbe così la domenica alla redazione del discorso da presentare lunedì alle Camere per ottenere la fiducia. Napolitano ha lasciato margine ampio di manovra a Letta sui ministri e sulla struttura dell'esecutivo, tanto che si starebbe pensando di non creare la figura dei vicepremier. «È il tuo governo», avrebbe detto il Capo Dello Stato a Letta all'atto dell'incarico.
LA GIORNATA - Venerdì mattina Letta ha riferito al capo dello Stato l'andamento delle consultazioni di giovedì (l'incontro è durato oltre due ore), poi ha avuto un colloquio con il primo ministro dimissionario Mario Monti per parlare di «programma e architettura del governo». Con Monti, poi, un altro appuntamento in serata: sul tappeto la questione dell'ereditare, o meno, ministri dai governi precedenti, i leader e gli esponenti più di spicco dei partiti che sostengono il governo. E sulla questione il senatore a vita, parlando alla trasmissione Otto e Mezzo (guarda il video) sembra aver tracciato la linea: «Penso che per rafforzare il vigore del governo Letta sia importante che i leader dei partiti e i senior diano il loro appoggio ma non entrino nel governo. Io comunque - ha aggiunto - non credo che ci sarò» .
IL PDL - Nel pomeriggio Letta ha avuto altri contatti, soprattutto telefonici, con le varie parti e, in serata, un incontro con Alfano e con Gianni Letta dopo la riunione fiume dei vertici del Pdl a Palazzo Grazioli. Il segretario ha portato al premier incaricato le questioni dei ministeri della Giustizia e dell'Economia: in quest'ultimo Silvio Berlusconi vorrebbe a tutti i costi Renato Brunetta e non sarebbe intenzionato ad accettare veti dal Pd o, più in generale, candidati Pd troppo «strutturati» e tali da dare al governo una marcata connotazione di centrosinistra. Fonti qualificate della maggioranza riferiscono, inoltre, di una telefonata tra Letta e lo stesso Berlusconi nella quale il presidente del Pdl avrebbe ribadito l'intenzione di andare avanti con il ricambio generazionale.
CLIMA PIÙ SERENO - Dopo la burrasca di giovedì, con Pd e Pdl sugli scudi, il clima sembra più sereno, anche grazie alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi giovedì a Dallas. Così Letta ha potuto concentrare gran parte del colloquio con il Pdl sui temi programmatici, ma rimangono i problemi dei nomi che il centrodestra ritiene non negoziabili. Letta punta a persone di alto profilo e ha l'obiettivo è quello di sciogliere la riserva il prima possibile: così potrebbe realizzare entro l'apertura della settimana politica e finanziaria il primo passaggio per la fiducia alla Camera.
I NOMI - Se passasse il criterio voluto da Letta, e ribadito da Monti, di un governo giovane, non si potrebbero spendere nemmeno troppi ex ministri del Pd. Massimo D'Alema potrebbe rimanere l'eccezione, per la Farnesina. A contendere a Brunetta, e quindi al Pdl, la poltrona dell'Economia ci sono invece un altro ex, Giuliano Amato, ma anche Maurizio Saccomanni (sul quale Berlusconi ha posto il veto) e Pier Carlo Padoan.