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Data: 27/04/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Cofferati: «Con Letta un errore fatale». L’europarlamentare del Pd si schiera contro: «Impossibile dare risposte alla crisi sociale governando con la destra»

ROMA «Un cosiddetto governissimo, con il Pd, Scelta Civica e il Pdl rappresenterebbe, per il Pd, un grave errore che avrebbe effetti negativi sulla nostra credibilità e sul consenso elettorale». Sergio Cofferati, ex segretetario generale della Cgil e attuale europarlamentare del Pd non crede che l'operazione-Letta possa essere una soluzione utile al Paese. Perché effetti negativi sul Pd? E’ una scelta obbligata... «Il Pd farà un grave errore al quale non può, in realtà, sottrarsi per merito di errori precedenti. Gli effetti negativi sulla credibilità del partito saranno evidenti: la campagna elettorale è stata impostata sullo slogan “mai con il Pdl”, mai il governissimo. Invece ora si fa un governo esplicito con loro. Una scelta che non è comprensibile per le grandi differenze sui programmi. In qualche caso opposti». Non c'è la possibilità di un percorso condiviso con la destra? «Qualcuno pensa che su giustizia, conflitto di interessi, equità sociale il centrosinistra possa fare accordi con Berlusconi e il suo partito? Sono all'esatto opposto delle nostre politiche». Che cosa sta accadendo al Pd dopo la vicenda dell'elezione del Capo dello Stato? «Ho parlato di autolesionismo del partito, nel Pd si compiono scelte che hanno conseguenze gravi. Il Pd è vittima di una crisi enorme, con la caduta della sua credibilità». Una crisi che nasce da lontano? «La madre di tutte le tendenze autolesionistiche e degli errori, è l'aver sostenuto il governo dei tecnici. Abbiamo assistito al paradosso di Berlusconi che, da una parte, sosteneva e dall'altra criticava il governo mentre il Pd si assumeva l'onere di appoggiarlo in tutte le sue scelte sbagliate». Monti è stato un danno per l'Italia? «Il governo Monti ha creato molto danno sociale, ha colpito prevalentemente le fasce più povere del Paese, lavoratori e pensionati in primo luogo. Questo è stato il brodo di coltura del consenso crescente per Grillo». Dopo la caduta di Berlusconi che cosa avrebbe dovuto fare invece il Pd? «Avrebbe dovuto pretendere le elezioni. Avremmo avuto un Berlusconi al minimo e un Grillo contenuto. Avremmo vinto le elezioni e ci saremmo assunti l'onere di governare il Paese. Anche con azioni dolorose sul fronte del contenimento della spesa ma certamente avremmo avviato un rilancio della crescita». Invece con Monti? «Monti e la sua austerità hanno affossato il Paese senza mai avviare politiche di equità. In pratica quello di Monti è stato un governo di destra sostenuto da una forza di sinistra. Certo non un esecutivo neutro. Pensiamo alla pessima modifica del sistema previdenziale che ha danneggiato donne e pensionati e creato il dramma degli esodati. Pensiamo alla pessima riforma del mercato del lavoro che non ha ridotto il precariato ma tolto solo diritti. E l'articolo 18 non esiste più, è stato cancellato». Torniamo all'elezione di Napolitano. «Quell'elezione aveva come interfaccia l'accettazione delle condizioni da lui indicate, e cioè il governo delle larghe intese». Il Pd ha un futuro? «Il tempo stringe, abbiamo un'ultima occasione per decidere se nascere o rinascere. Bisogna fare in fretta un congresso non di infingimenti e tatticismi». Il Pd deve essere un partito di sinistra? «Vorrei un Pd di sinistra, riformista e moderato, ma di sinistra che stia nell'alveo del socialismo europeo. Oggi invece in Europa non aderiamo al Pse, e mi sembra un errore grave. In verità la bocciatura di Marini e quella di Prodi altro non sono che l'esplosione di contraddizioni che si sono evidenziate anche nel non vincente risultato elettorale. La nostra immagine ora è incrinata, brutta, sembra che invece di evitare gli scogli li abbiamo cercati». Le faccio due nomi: Matteo Renzi e Fabrizio Barca, sono loro il futuro del partito? «Il congresso serve per discutere del programma e del modello di partito, non pensare solo all'elezione diretta di un segretario. Prima di delegare qualcosa a qualcuno, discutiamo».

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