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Pescara, 18/12/2025
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Data: 27/04/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
«Prodi ministro quando avevo un anno» Il segretario regionale del Pd Paolucci contro l’ex presidente D’Alessandro boccia l’inciucio sui tigli di Francavilla al Mare

PESCARA C’è chi dice che di questi tempi prendersela con il Partito Democratico sia come sparare sulla Croce Rossa. Vero. Ma quando a esternare sono i vertici del Pd è difficile stare fermi. Silvio, non Berlusconi, ma Paolucci, segretario regionale del partito, qualche giorno fa, in rete, non ha resistito alla tentazione di dire la sua su uno dei padri fondatori del Pd. «L’uomo nuovo: nato nel 1939 - scrive il segretario regionale - ministro nel 1978 (io sono nato nel 1977)...è la risposta di cambiamento. Auguri». Pochi dubbi: il 9 agosto di 74 anni fa è nato a Scandiano Romano Prodi, il politico ed economista italiano è stato anche per due volte Presidente del Consiglio, la prima dal 1996 al 1998, la seconda dal 2006 al 2008. Insomma, con il passare dei giorni anche il Pd abruzzese, come nel resto del paese, non fa nulla per nascondere le sue divisioni. Ferite profonde e difficilmente rimarginabili. Insomma dopo il caso Pezzopane (la senatrice ha votato Rodotà e non Marini per poi dare la sua fiducia a Prodi come Presidente della Repubblica), ecco uscire allo scoperto Silvio Paolucci, numero uno del Partito Democratico abruzzese. In attesa di vedere come andrà a finire con la ormai probabile fiducia al governo Letta, Enrico, non Gianni, c’è chi giura che in Abruzzo sono in tanti nel Partito Democratico ad attendere con ansia il voto di Stefania Pezzopane. Una la domanda più gettonata: se la senatrice non ha votato l’abruzzese Franco Marini, il presidente delle larghe intese Bersani-Berlusconi, come farà ora a dare il suo assenso a un governo con il Pdl? Al Senato l’ardua sentenza. Da Palazzo Madama a Palazzo Sirena. «Una strana alleanza trasversale si aggira a Francavilla a difesa dei Tigli, diventata l’ultima battaglia certificante l’esistenza in vita della politica». Questa l’ultima affermazione del capogruppo Pd in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro che non ha votato a favore della risoluzione «bipartisan», ma senz ail voto del Partito Democratico. «Non ho votato la risoluzione Paolini, Giuliante, Chiavaroli, Caramanico, quella dello strano inciucio - spiega D’Alessandro - semplicemente perchè rappresenta un chiaro vuoto pneumatico, una finzione. Nella risoluzione si afferma che la Regione dovrebbe finanziare il comune di Francavilla per interventi alternativi al taglio degli alberi. Bene. La risoluzione è stata approvata, ma nessun centesimo è stato stanziato». Più diretto il sindaco di Francavilla Antonio Luciani: «Con queste povere piante ignare, sistemate all’epoca in modo assolutamente inopportuno, motivo che ora ci costringe ad abbatterle - si legge - politici del passato, del presente e dell’incerto futuro hanno costruito una scialuppa di salvataggio, navigando nel mare delle menzogne. Proprio come succede a Roma in questi giorni, si pensa alla visibilità e alla sopravvivenza politica personale». Il dopo Pd è già cominciato, a Roma, in Italia e in Abruzzo.

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