PESCARA I numeri, a differenza delle parole, non hanno bisogno di interpretazioni. Cgil, Cisl e Uil hanno scelto il linguaggio delle cifre per fotografare l’emergenza lavoro in Abruzzo. Il 2012 si è chiuso con 32 milioni di ore di cassa integrazione; da gennaio a marzo sono 9 milioni e 747 mila le ore autorizzate, un terzo in più rispetto al precedente anno. Tra le province italiane Teramo è settima in una classifica di cui non si può essere fieri: ogni mille lavoratori, 138 sono in cassa integrazione. Non se la passa meglio Chieti, con 119 cassaintegrati su mille dipendenti. Per non parlare dell'Aquila, dove la percentuale di perdita di lavoro è passata in dodici mesi dal 18,6% al 35,8%. Nelle pieghe dei grafici, la vita di 5.500 lavoratori in cassa integrazione in deroga e di 7mila famiglie sospese sul crinale della povertà. Occorrerebbero, sostengono i sindacati, 100 milioni di euro per coprire nel 2013 i costi degli ammortizzatori sociali, ma il Governo finora ne ha stanziati solo 35.
Un buco nero che i parlamentari abruzzesi sono stati chiamati a colmare, facendosi interpreti a Roma di un'azione congiunta finalizzata ad un provvedimento ad hoc che copra le spese. All'appello hanno risposto in molti, a cominciare dagli esponenti del Pd, decisi a lasciare da parte, almeno su questo tema, le lacerazioni interne.
E se Stefania Pezzopane annuncia di aver già presentato una risoluzione per sbloccare risorse utili, Giovanni Legnini assicura che, da parte del nuovo Governo Letta, ci sarà la disponibilità a raddoppiare la dotazione finanziaria fin qui prevista.
Il grillino Andrea Colletti rilancia la proposta del reddito minimo garantito, che con i tagli alla spesa pubblica dovrebbe risolvere il problema.
Invoca unità di intenti e di azione il montiano Giulio Sottanelli, disposto a fare squadra per chiedere un provvedimento di urgenza al governo in favore dell'Abruzzo.
ASSENTE IL PDL
Tra tante voci, assente quella del Pdl, che non ha partecipato alla riunione indetta dai sindacati, pronti a non lasciare nessuna strada intentata. Tanto più quella che passa per la Regione.
«A Chiodi -ha spiegato Maurizio Spina della Cisl- chiediamo maggiore impegno al tavolo del Comitato delle regioni e chiarezza sull'utilizzo delle risorse europee». Mentre Gianni Di Cesare, della Cgil, invoca la necessità di investire nei settori, come ricerca e cultura, dove a fronte di risorse contenute si può produrre nuova occupazione. Senza dimenticare di sottolineare che quella dei cassaintegrati, con la questione degli esodati, i precari del pubblico impiego e il finanziamento dei contratti di solidarietà, è solo una delle quattro spine di quel fiore, quasi appassito, dell'economia di un territorio.