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Data: 29/04/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Il mio impegno: giù le tasse». Il premier nel suo discorso chiederà una nuova delega fiscale e aprirà all’abolizione dell’Imu nel 2014 per la prima casa

Detassazione per le imprese che assumono giovani e rifinanziamento della Cig «Ma servono nuovi ammortizzatori sociali»

ROMA Chi è riuscito a dare una sbirciata alla bozza che ancora ieri sera Enrico Letta covava sulla scrivania, assicura che il discorso del premier «sarà politico, duro e asciutto». Aperto da un appello reso ancora più attuale dopo i colpi sparati contro i due carabinieri davanti a palazzo Chigi: «E’ l’ora della responsabilità e della pacificazione, è l’ora di chiudere una guerra durata vent’anni», dirà il premier oggi alle 15 a Montecitorio nel chiedere la fiducia del Parlamento. Anche perché, secondo Letta (e secondo Napolitano), dati i numeri, date le forze in campo, «questo governo di servizio è l’unico possibile per risollevare un Paese allo stremo». Ed è arrivato il momento di «individuare un percorso tra ex avversari, per instaurare la consuetudine di un confronto costruttivo». «Lavorare insieme», scandirà il premier, «è una necessità, nessuno ha i numeri per governare da solo».
«RICONQUISTARE I CITTADINI»
Letta, insomma, ribalterà l’accezione negativa delle larghe intese e del governissimo, come espressione dell’inciucio. Come un’immonda spartizione del potere. Il premier dirà che il suo governo è «la necessità di questa fase». E che per evitare il «ludibrio generale», per scongiurare che aumenti «il disagio profondo», la mission dell’esecutivo sarà «riavvicinare le istituzioni e la politica ai cittadini»: «Siamo arrivati al punto di rottura del sistema. Non è possibile far passare anche un solo giorno senza agire. Servono riforme, strumenti esigibili e con tempi certi. E noi le faremo». Come dire: questa volta nessuna neutralità, il governo metterà i piedi nel piatto. «Pur rispettando il Parlamento e la sua centralità».
LE RIFORME NECESSARIE

Nello scrivere il discorso, Letta è partito dalle oltre duecento pagine di dossier preparate da Filippo Andreatta, Tiziano Treu, Marco Meloni, Francesco Sanna, Carlo Dell’Aringa. Non è dato sapere se entrerà nel dettaglio. Se lo farà, parlerà di dimezzamento dei parlamentari, di superamento del bicameralismo paritario (il Senato diventerebbe la Camera delle autonomie, senza potere di fiducia), di cancellazione delle Province. E indicherà lo spirito di una «indispensabile» nuova legge elettorale. Con un premio di governabilità oltre la soglia del 40% dei voti, con la possibilità dei cittadini di scegliere i parlamentari (preferenze o collegi uninominali).
LA CONVENZIONE

Letta, poi, lancerà la Convenzione per le riforme. La commissione speciale che Silvio Berlusconi vuole presiedere e che dovrebbe lavorare parallelamente al Parlamento. Da vedere se con poteri referenti o con poteri redigenti. In questo caso servirebbe una legge costituzionale che richiede due letture da ogni ramo del Parlamento. Tempi lunghi. Mentre Letta vuole fare presto. Si vedrà, difficilmente il premier oggi indicherà poteri e percorso della Convenzione. Ma chiederà che la Convenzione si occupi dei nuovi regolamenti parlamentari, dello statuto delle opposizioni. E della nuova forma di governo, indicando un bivio: premierato forte o semipresidenzialismo alla francese.
FINANZIAMENTO DELLA POLITICA

Non mancherà, nel discorso, un capitolo dedicato a come finanziare i partiti. I saggi scelti da Napolitano hanno detto che non si può cancellare del tutto: «Le ricchezze private finirebbero per condizionare impropriamente la politica». E Letta indicherà un sistema misto dove, a fianco dei contributi pubblici proporzionati al numero dei voti presi da ciascun partito, ci sarà la possibilità dei contribuenti di fare donazioni completamente deducibili.
NUOVA DELEGA FISCALE

Ieri pomeriggio, prima di andare a messa e a trovare in ospedale i due carabinieri feriti, Letta ha incontrato il neoministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Un colloquio utile a definire la parte economica. Dove ci sarà l’annuncio di «un’urgente riduzione della pressione fiscale», procedendo a ulteriori tagli della spesa pubblica. E dove verrà prevista la detassazione per le imprese che assumono giovani, la conferma del pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e una loro rivisitazione: «Il sistema va ampliato. Non possiamo restare legati alla vecchia Cig». Più la richiesta al Parlamento di una nuova delega fiscale.
IMU PRIMA CASA

E’ previsto anche un capitolo dedicato all’Imu. E Letta (per non scontentare Berlusconi) potrebbe riproporre l’idea di una restituzione (non si sa da quando) attuata grazie all’emissione di titoli di Stato. Più probabile l’abolizione nel 2014 della tassa sulla prima casa. «Garantendo la compatibilità finanziaria».
LA NUOVA EUROPA

I segnali che arrivano dal presidente francese Francois Hollande sono incoraggianti. E il premier lancerà la richiesta di un’«Europa diversa che ponga la crescita e l’occupazione al primo posto». In uno slogan: «Voglio l’Europa del growth compact, del patto per lo sviluppo, attenuando le regole d’austerità». In concreto: «Le spese per investimenti, lavoro e sviluppo non devono essere computate nel deficit».
IL NODO GIUSTIZIA

Terreno minato, Letta si manterrà sul vago. Nella bozza del discorso figurano alcuni punti proposti dai saggi di Napolitano: riforma delle intercettazioni, nuova responsabilità disciplinare dei magistrati, incandidabilità delle toghe nel luogo dove hanno esercitato la loro funzione. E molto altro. Si vedrà se Letta entrerà nel dettaglio. I suoi scommettono di no.

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